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L’educazione all’innamoramento

Un progetto di educazione all’innamoramento deve conseguire il risultato di rendere comprensibile quanto accade tra due persone che si innamorano, trasferendo in linguaggio le emozioni e gli stati d’animo vissuti dagli innamorati. La discussione sull’innamoramento produce effetti educativi straordinari sui giovani poiché apre il sipario su vissuti che non sembrava possibile socializzare, su problemi che sembravano solo personali, su timori e titubanze depotenziate scherzandoci sopra, su aspettative che apparivano non condivisibili da altri, sui sogni, sulle illusioni, le delusioni, i rimpianti, gli errori, le colpe, le insufficienze.

Un progetto di lezione sull’innamoramento (o un percorso di discussione in gruppo) richiede la chiarezza espositiva sui diversi processi in atto nel percorso di innamoramento che, schematicamente, possono essere riassunti nelle successive tappe di:    

1)      Attrazione.

E’ una naturale tensione fisiologica, psicologica ed esistenziale. Nessuno lo fa apposta nel sentirsi attratto da un altro/a perché l’immagine della bellezza accende sempre un processo di attenzione. Amore e bellezza si muovono sempre con un rinforzo reciproco. Quando una persona ama vede bello il suo oggetto d’amore e, quando vede bella una persona, vuol dire che sente in sé la chiamata ad amare. Chi dunque si sente attratto non ha colpa, specialmente se ad attrarre è  una immagine fisica o una disposizione relazionale che si elicita sottoforma di richiamo o un profumo gradevole che imita i processi comunicativi dei ferormoni o un tono di voce accattivante o un modo di fare seducente.

La responsabilità delle seduzione è tutta nel seduttore che usa, spesso con abile inganno, modi di fare e di essere, trasformati in vere e proprie tecniche di relazione,  per affermare il suo sé con vanità o per esercitare potere sull’altro. L’educazione all’innamoramento prevede l’attenta analisi delle proprie debolezze al fine di rendersi capaci di riconoscere il falso dall’autentico, le proiezioni dei propri gusti dagli oggettivi  connotati dell’altro, oggetto di attrazione. E’ quello che spesso avviene nei contesti di gruppo giovanili quando la discussione verte su “ciò che piace” ed è un importante passo nella direzione di comprendere le proprie personali attrazioni senza cadere nelle tipologie diffuse dalle mode transitorie e generalizzanti.

2)      Simpatia.

La simpatia funziona sulla base delle somiglianze o delle affinità elettive. Si tratta di quel processo per cui il soggetto si riconosce in quel che vive l'altro e lo sente simile o affine. L’empatia del vissuto altrui può infatti modularsi in simpatia, antipatia o apatia. Nel primo caso il vissuto altrui è consono e sintonico e porta ad un sentimento di vicinanza interiore con l’altro. E’ interessante far osservare come se la simpatia si fonda sulla somiglianza rinforza le personali caratteristiche e, dopo poco, non esercita più influenza ed attrazione. Lentamente si spegne e le relazioni fondate su tale proprietà si estinguono senza che i soggetti comprendano il perché. Se è, invece, simpatia fondata sulla differenza e sulla affinità elettiva, sollecita la curiosità e accende l’interesse. Attraverso l’interesse, ovvero la volontà di comprendere di più dell’altro, e comprendere il perché l’altro desta curiosità ed interesse, la simpatia si sviluppa e si articola in un rapporto di crescente attrazione.

3)      Interesse

Implica il coinvolgimento della volontà e dell'intenzione. L'interesse è il discrimine tra la gelosia inutile e quelle giustificata nel partner. Intatti l’interesse può essere governato dal soggetto che può scegliere di mantenere accese le proprie fantasie ed i propri desideri o lasciarli spegnere. Senza l’accensione dell’interesse le simpatia e le attrazioni scemano. Se non si governa l'interesse è in genere per bisogno di affetto e la simpatia rischia di autoalimentarsi anche con l'autoinganno e facendosi del male.

4)      Infatuazione

E’ punto di arrivo della mobilitazione dell'interesse. I pensieri dell'infatuazione non sono mai trasparenti. Chi è infatuato non "dice tutto" all'altro per paura di veder sfuggire una emozione ancora instabile. Quando l'infatuazione decresce inizia la litigiosità, anche per gelosie o rivalse, e la coppia infatuata rimane imprigionata nel suo stesso contesto.

5)      Innamoramento

L'innamorato desidera sempre di stare con la persona amata. Amare significa "dare il meglio di sé", non tutto (e cioè anche il peggio) ma è trasparente nel dichiarare ogni pensiero. Gli innamorati si dicono tutto. Il ciclo dell'innamoramento non è comunque duraturo, decresce per poi ricrescere, a fasi. L'innamoramento diventa un progetto di vita quando le persone sanno di "cosa si stanno innamorando". Questo processo di discussione è essenziale per far crescere le disposizioni di amore nelle loro diverse articolazioni.

L’innamoramento e la sessualità

La dimensione del rapporto tra pari è già stata chiarita nei paragrafi sulla peer education e qui è solo utile far riferimento a quanto precedentemente detto per aprire l’impegnativo discorso sulla sessualità e sull’innamoramento. La scoperta dell’altro come oggetto di interesse sessuale è il percorso di cambiamento più sconvolgente dell’intera esistenza, in ragione dell’importanza psicologica della completezza del sé vissuta nell’innamoramento e della intensità del piacere sessuale (il più alto sperimentato nella esperienza umana, secondo solo al piacere mistico) e della forza del desiderio che lo accompagna. La specificità della relazione erotico sessuale e la sua natura di esperienza di effervescenza desiderante la rende estranea al contesto scolastico, all’interno del quale la coppia non può trovare lo spazio per esistere. Lo specifico ambiente delle relazioni di coppia è la comitiva e non la classe scolastica: controprova ne siano due evidenze quotidianamente sotto i nostri occhi. 1) Sono pochissime le coppie, con un certo grado di intensità di relazione e con una certa durata nel tempo, nate all’interno delle classi. 2) Che la classe scolastica non riesca quasi mai ad assumere i connotati della comitiva è dimostrato dai sistematici fallimenti delle gite scolastiche. Solo la classe “scanzonata” riesce ad essere una comitiva ed è l’unico tipo di classe che, mentre è difficile da gestire all’interno dell’aula, appare autonoma ed intraprendente, piacevole e creativa nel corso delle gite scolastiche.

L’estraneità della scuola ai processi di innamoramento rende difficile la costruzione al suo interno di processi di educazione all’affettività ed alla sessualità, temi verso i quali i giovani sono invece naturalmente attratti. In genere gli interventi oscillano tra la fredda lezione di anatomia sessuale e le indicazioni tecniche di prevenzione o, a volte, si impantanano nel conflitto tra diverse ideologie estremistiche circa la sessualità: da un lato l’errore di chi propone che i giovani debbano “vivere tranquillamente la loro sessualità”, dall’altro chi tenta di inibirla e controllare come un percorso di esperienza sempre pericoloso e fuorviante rispetto ad una concezione morale dell’innamoramento.

La prima posizione è errata perché non può esistere un vissuto “tranquillo” di eccitazione ma solo un vissuto “appassionato”, la seconda è altrettanto limitativa perché la passione è una componente indispensabile del vissuto umano e la sua inibizione conduce o a scoppi davvero irresponsabili di passione erotica o a proibizioni che finiscono con il condizionare pesantemente le capacità future di relazione erotico sessuale.     

Un buon percorso cognitivo alla conoscenza della sessualità può essere organizzato, accompagnandolo alle tradizionali lezioni sulla anatomia e sulla fisiologia delle sessualità, attraverso la discussione sul significato delle forme di sessualità e sulle differenze e complementarità della sessualità nei due diversi sessi.

Lo schema di un percorso di educazione alla sessualità deve presentarsi chiaro ed inequivocabile e deve prendere in considerazione tutte le problematiche che i giovani hanno già incontrato, e spesso non compreso, nei messaggi dei mass media, nei film o negli spettacoli televisivi. Si tratta di distinguere tra atto sessuale, rapporto sessuale e rapporto amoroso descrivendone le diverse proprietà.

 

 Atto sessuale.

E’ il percorso di approccio alla sessualità più immediato sollecitato dall’emersione del desiderio e della pulsione fisiologica. L’atto sessuale tende alla soddisfazione unilaterale del desiderio/bisogno mediante:

1.1.Sogni erotici. Sono la prima forma di espressione del desiderio sessuale ed aprono alle fantasie erotiche. I sogni appaiono come un esplicito segnale dell’emersione della sessualità. Possono essere problematici per i giovani che non hanno mai ricevuto indicazioni sul modo di prendere in considerazione i proprio sogni e sul significato da attribuire ad essi. In genere il significato è leggibile solo attraverso l’atto del raccontarli e, prima ancora, dalla possibilità di ricordarli. Le due cose sono connesse e rese possibili solo in contesti educativi di bassa inibizione. In genere la libera espressione dei sogni (non necessariamente di quelli  ad esplicito contenuto sessuale) conduce ad equilibrato senso del pudore, senza eccessi di imbarazzo e di ostentazione. Il racconto del sogno da la corretta dimensione del confine tra relazionale e intimo.

1.2.Autoerotismo. La masturbazione è una anticipazione del futuro comportamento sessuale, riduce le tensioni della pubertà e dischiude ad un rapporto con se stessi ed il proprio corpo, sia nell’esplorazione che nel riconoscimento del proprio bioritmo sessuale. Diventa un segnale di disturbo emotivo se è compulsiva. In questi casi è sostitutiva di altri bisogni affettivi, di identità o di impegno. 

1.3.Concessione volontaria dell’altro per la soddisfazione propria. E’ la richiesta (a volte non verbalizzata) presente nei modelli di relazione opportunistica, specialmente del maschile. Consiste in una forzatura, attraverso il ricatto affettivo,  che agisce sul partner facendolo acconsentire all’atto sessuale desiderato solamente da uno. La concessione implica un rapporto asimmetrico ed il mancato coinvolgimento di uno dei due. Può essere determinata però da un atto di amore unilaterale da parte di chi avverte il bisogno dell’altro e che accoglie il desiderio altrui come forma di innesco della propria personale eccitazione. La dinamica della concessione è uno dei processi psicologici più complessi della relazione di coppia ed ha molti aspetti, anche contraddittori, a seconda dei possibili copioni interpretati  dai partner.

1.4.Mercenarismo e prostituzione a pagamento. E’ il punto di arrivo nella soddisfazione del bisogno sessuale di un processo di desiderio senza appagamento soddisfacente. E’, a tutti gli effetti, una concessione all’altro senza affettività, governata dal denaro, all’interno della quale ambedue i partner  debbono eliminare il più possibile le dimensioni della loro umanità  e rinnegare ogni forma di sentimento pur vivendo un rapporto di vicinanza intima. L’aspetto maggiormente problematico della prostituzione è il processo di falsificazione dell’umano che ambedue i soggetti debbono interpretare. L’innesco della violenza sessuale è connesso alla caduta dell’affettività umana nel rapporto, a tale violenza sono conseguenti tutti i drammi della condizione della giovane avviata alla prostituzione, sia dal punto di vista delle costrizioni fisiche, che da quello delle intimidazioni e delle manipolazioni psicologiche.

1.5.Stupro. E’ il luogo relazionale della esplicita violenza e della disumanizzazione. Il percorso di autoeccitazione che conduce allo stupro (o delle molestie sessuali da parte del maschio o da parte della femmina che anticipano lo stupro o che tendenzialmente ne riproducono il significato) è un percorso psicologico simile all’innesco dell’odio. L’odio è assenza di sentimento (e non manifestazione di aggressività, che, in qualche modo, seppur perverso, rimanda alla dimensione della passione) ed è l’esito di un lavoro interiore diretto allo spegnimento dei sentimenti. Si ha odio quando si è pervenuti alla totale assenza di sentire verso l’altro e non si riesce più a vedere l’altro come essere umano. Il lavoro mentale di ricercare  le condizione per lo stupro è la premessa psicologica per compierlo. Consiste nella prefigurazione di una situazione erotica dove la partecipazione è totalmente subita dall’altro e la sua esistenzialità è assolutamente inesistente. L’indifferenza nel danneggiare esplicitamente l’altro è il baratro psicologico dello stupratore. Ciò significa che lo stupro per vendetta o gelosia non è ancora totalmente stupro (pur essendo identico nell’esecuzione e nei danni arrecati) giacché la perdita di umanità non è ancora definitivamente realizzata e la passione residua (perversa fin che si voglia) può ancora far nascere sensi di colpa.  

Queste cinque modalità dell’atto sessuale contengono percorsi incrementali di desiderio che si trasforma in bisogno in ragione della sua repressione o del senso di colpa innescato dal suo emergere. I disastri educativi sullo sviluppo della sessualità nascono sovente dalla impossibilità di discussione da parte del giovane con adulti con una equilibrata e soddisfacente esperienza del loro vissuto sessuale. La conseguenza è la negazione della problematica e l’affidarsi all’autoapprendimento da parte del giovane con tutti i rischi di deviazione che questo comporta.

Uno degli aspetti maggiormente trascurati è quello della comparazione tra la sessualità maschile e femminile che consentirebbe di comprendere il diverso significato ed il diverso approccio alla sessualità da parte dell’uomo e della donna. Un tema chiarificatore è quello della discussione di come l'atto sessuale sia, per l’uomo, importante prima (nel momento della crescita del desiderio che può riuscire ad innescare l’eccitazione nel femminile), per la donna dopo (nella dimensione dell’appagamento e della carica biologica ed esistenziale ricavata dall’atto).

 

 Rapporto sessuale.

E’ la diffusa esperienza di soddisfazione occasionale di entrambi i partner, senza compromissione e senza impegno. Spesso il rapporto sessuale diventa l’unica occasione e ragione di incontro tra maschio e femmina, anche all’interno della vita di coppia. E' quasi sempre la femmina che lo determina perché è l'arbitro del “si”. Ciò assume un significato particolarmente importante nella valutazione dei processi di gelosia che non sono, per loro natura, totalmente simmetrici tra maschio e femmina, in ragione della qualità delle cose di cui è maggiormente geloso il maschio rispetto alla femmina. La situazione contingente del rapporto sessuale occasionale può scivolare nel sadismo, nell’inquinamento anche perverso e nell’orgasmo di morte, poiché la sola dimensione biologica del sesso non è possibile nell'uomo. Il rapporto sessuale negli animali risponde al bisogno di mantenimento della specie: la ricerca del piacere è del maschio, il bisogno di riproduzione è della femmina ed è più importante del cibo, ma senza piacere.

L’uomo non può prescindere dall’empatizzazione del vissuto dell’altro, in specie in una relazione così intima come quella sessuale. Così come l’assenza di percezione del vissuto altrui conduce al trasformare l’atto sessuale in stupro, la caduta di coinvolgimento affettivo empatizzato conduce al sadomasochismo. Ciò che si cerca come appagamento è la espressione corporea delle sensazioni da parte dell’altro e, giacché il processo eccitatorio richiede l’incrementalità delle sensazioni, ove non si empatizzi il godimento dell’altro per caduta di coinvolgimento emotivo-affettivo, viene richiesto al corpo l’espressione di quei vissuti che non sono percepiti nel rapporto psichico. Ciò conduce ad esercitare azioni che producono dolore ed a rendere massimamente visibile l’effetto del dolore. 

 

 Rapporto amoroso.

E’ il luogo dell'autentico godere. Il sentimento d’amore che contraddistingue il rapporto amoroso è determinato dal fatto che il sentimento d’amore implica il "dare il meglio di sé".

Il "dare il meglio di sé" può però non essere accettato dall’altro, che rifiuta o subisce, in una condizione di mancanza di affinità tra i partner. Anche il "dare il meglio di sé" può essere insistenza fino alla violenza, in tal caso l’amore si trasforma in una arma. Ciò conduce a riflettere quanto sia raro e prezioso il rapporto amoroso, giacché le condizioni che lo permettono si verificano sulla base delle affinità reciproche, delle disponibilità, della comprensione e dello sviluppo cognitivo della responsabilità delle proprie azioni. Questo è, peraltro, il motivo per cui il rapporto amoroso è ritualmente celebrato nelle diverse società, i cui linguaggi, però, lo hanno appiattito e banalizzato nelle sue diverse componenti. L’obiettivo di un autentico rapporto amoroso è mancato da molti nel corso della loro esperienza di vita e l’insoddisfazione che ne consegue produce ed amplifica critiche e risentimenti, moralismi e cinismi verso chi è riuscito a raggiungere uno dei punti più elevati della affettività relazionale interumana. In un processo di educazione alla affettività ed alla sessualità è assolutamente necessario non esercitare tali banalizzazioni ma esprimere la difficoltà e l’augurio ai giovani di riuscire a raggiungere simili traguardi.

L’atto sessuale e il rapporto sessuale possono avvenire all’interno del rapporto amoroso con queste connotazioni:

1) senza eccitazione, ma in presenza di rapporto amoroso, ha senso anche la concessione volontaria all’altro e la sperimentazione del piacere come feed back

2) se in tutti e due esiste il desiderio c’è un feed back permanente. Anche il godere diventa profondo e si realizza nell’erotismo. L’affettività e il piacere entrano in sinergia.

3) Nel rapporto amoroso non c’è occasionalità ma sviluppo e possibilità del godere in sviluppo e progressione. Non una sola rosa ma una pianta di rose. Ciò significa che le diverse fasi dell’atto  del rapporto sessuale possono essere complementari e che il “dopo” del femminile coincida con il “prima” del maschile. Il rapporto amoroso è infatti il luogo in cui si sperimenta il significato delle affinità. 

 

 Le affinità

L’affinità nel rapporto amoroso è biologica, psicologica ed esistenziale (sentimenti e valori, sensibilità e apertura empatica al vissuto dell'altro). Nella recente letteratura sociologia, psicologica ed educativa è divenuto corrente il termine reciprocità (e la concezione di scambio reciproco, anche simbolico, a cui rimanda) come regolatore della produzione di beni relazionali. Reciprocità è però un termine troppo vago per dare spiegazione delle relazioni tra le diverse personalità; con essa infatti si definisce un rapporto (simmetrico o complementare) tra soggetti che si scambiano “beni relazionali” della stessa natura, inoltre porta con se l'equivocità del do ut des tipica dello scambio. Lo scambio descrive due o più attori interagenti che equilibrano i loro doni attraverso la circolazione di beni equivalenti o equipollenti. Nella migliore delle ipotesi è una struttura dialogale che permette di scoprire nell’altro caratteristiche proprie mediante contatto e influsso, scambio e corrispondenza.

Al posto di una reciprocità apparentemente fluida e duttile, ma sostanzialmente normativizzante e modulata su criteri di scambio, anche mercantile, la proposta dell’artigianato educativo ritorna al dono, la cui origine è solo il gesto d’amore. La ragione ultima del dono è nel fondamento valoriale della propria esistenza. Il dono può essere prodotto anche da un singolo per muoversi in un processo diffusivo che accresce le possibilità, anche bioenergetiche, di migliorare le condizioni delle persone e dei gruppi. Il dono è il segno dell’affettività. Affettività che è qui considerata il motore e l’obiettivo dell’intera evoluzione della specie.

La spiegazione più semplice e chiara dell'amore è "dare il meglio di sé". Ciò non significa che l'altro risponda necessariamente al gesto d'amore e dunque non implica, necessariamente, lo scambio. Il gesto d’amore "dare il meglio di sé" implica esclusivamente il desiderio di essere accettati dall’altro, pur senza nulla in cambio. Questa è l'unica modulazione della reciprocità affettiva nei rapporti di amore nella vita. E, a ben vedere, non è comunque reciprocità strictu sensu. Anche le espressioni in termini di simmetria  (che coglie contemporaneamente uguaglianza e differenza e, come nelle teorie relazionali, spiega il conflitto e la schismogenesi - l'aumento delle richieste, provocazioni, difese in una parte che produce aumento nell'altra) e di complemetarità (che coglie un processo integrativo rispetto alla quantità del dare ma non alla qualità di ciò che viene intenzionalmente dato) sono relativamente efficaci nella discussione sul rapporto amoroso. Al suo interno vi sono molte altre possibili articolazioni del “dare il meglio di sé” che trovano miglior spiegazione nella più antica e pregnante proposta delle affinità elettive.

Le affinità consentono di individuare molteplici livelli e piani di rapporto tra persone, consentono di leggere la modulazione delle personalità lungo la dinamica del cambiamento soggettivo, dipendente o indipendente dalle modificazioni dell'altro, descrivono il dono di sé, nella sua diffusione, nella sua apparente dispersione e nel suo ritorno al soggetto sotto altre forme, impreviste ed imprevedibili, e, soprattutto, sono contemporanee e molteplici, dislocate nelle diverse relazioni con intensità e prossimità ampiamente diversificate, in nessun caso, comunque, analizzabili come inserite in un circuito chiuso ed autoreferenziale.  

I nostri affini sono coloro che ci completano poiché ci consentono di usare le qualità disposizionali (ed i valori ad esse corrispondenti)  che a noi mancano. Non è però detto che tra noi e loro ci sia uno scambio complementare poiché le nostre qualità non sono necessariamente simmetriche alle loro.

Una qualità è prodotta nell’uomo dalla conquista e dalla gestione positiva di una disposizione relazionale, ma non ha necessariamente un solo polo affine. Possedere la qualità della calma e della pace significa poter trasmettere ad altri una virtù e costruire climi relazionali impostati alla pace. Non possedere tale disposizione significa presentare un vuoto e una mancanza nelle proprie disposizione e dunque manifestare un disequilibrio nella armonia complessiva della personalità. Mancanza però non significa necessariamente essere all’opposto. Ci sono tanti opposti di “pace” e di “calma” che non è corretto disporre su un asse direttamente simmetrico: agitazione, conflitto, ansia, aggressività, inquietudine, logorio interiore, angoscia, ecc. sono sicuramente contrari alla dimensione della pace. La persona che vive tali stati d’animo non possiede la pace ma non è collocabile in un solo polo, opposto alla pace.

Ecco perché Il concetto di affinità supera la strettezza di un rigido criterio bipolare: l’affine è in possesso di qualche qualità, che noi apprezziamo perché ci manca e ci completa, ma non è necessariamente in una posizione di reciprocità diretta ed univoca con noi.

Il rapporto amoroso, dunque, non può essere statico sulla base di una stretta reciprocità, richiede l’evoluzione dei soggetti nell’ispezionare il più alto numero possibile di affinità elettive, a partire da quella che ha consentito il primo innamoramento. Nel rapporto amoroso si sperimenta l’integrazione, la disponibilità, la dialogicità, il riconoscimento, l’incontro, la mediazione e la complementarità, le diverse forme delle disposizioni sociosolidali tra persone. (Cfr Dalle Emozioni ai Sentimenti).

I principali tipi di affinità che si incontrano nelle relazioni di coppia sono:

1)      quella che lega un partner attento e responsabile ma difensivo e chiuso rispetto alla sua espressione di emozione e sentimenti (l’avaro/saggio) con un partner generoso ed esuberante, capace di coinvolgere e di trascinare in vissuti carichi di emozioni (sballone/generoso). Questo tipo di affinità genera rapporti di integrazione.

2)      Il precedente partner, generoso e coinvolgente (sballone/generoso), può altresì legarsi con partner affettuoso, stabile e fedele (adesivo/fedele) in una affinità di disponibilità reciproca

3)      La personalità affettiva avvolgente, stabile e fedele si lega in una dialogicità accrescente tra il suo linguaggio e quello di un partner acuto, intelligente, libero ma che rischia la solitudine nella sua vita mentale (delirante/creativo)

4)       Il soggetto creativo e la sua intelligenza attiva (che lo conduce alla presunzione ed alla superbia) costruisce un legame di riconoscimento con la personalità sensibile ed introversa di chi vive il valore dell’umiltà e soffre per scarsa autostima (invisibile/umile)

5)      L’umile e sensibile invisibile è aperto all’incontro con l’energia e la carica di una personalità energica ed attiva (ruminante/attivo). La sua intraprendenza trasmette coraggio e protezione e riceve orientamento.

6)      Un legame di mediazione si costruisce tra l’attivo ruminante ed una personalità tranquilla che sconfina nella pigrizia (apatico/pacifico)

7)      Un partner capace di assorbire le tensioni, come l’apatico/pacifico, costruisce una affinità di complementarità con un soggetto inquieto ed ansioso (avaro/saggio).

La discussione sulle affinità consente di comprendere il significato della simpatia interpersonale e le precedenti articolazioni sono una traccia che orienta alla comprensione dei diversi modelli di equilibrio relazionale all’interno della coppia.

 

Affinità in luogo di reciprocità nel femminile  e maschile

Il neo femminismo post ideologico ha sentito il bisogno di affrontare, oltre alle questioni dell'identità e della differenza, anche quelle della reciprocità e si caratterizza  per la ricerca dell'uguaglianza differenziata tra uomo e donna; tale femminismo, che P. Di Nicola (1986) chiama socioculturale, pone grande attenzione ai rapporti tra uomini e donne. Nella reintegrazione della reciprocità  le donne ricercano il confronto  e la collaborazione con l'uomo  e fanno la proposta della reciprocità per ricomporre l'uguaglianza/parità e la differenza/diversità/separazione, per operare quindi un certo riequilibrio del rapporto uomo/donna nella mutualità. La conseguenza  è la dismissione delle rivendicazioni  e la valorizzazione dell'incontro e della relazione. L'uguaglianza aveva fatto dimenticare la fecondità della diversità e della complementarità ed aveva posto la donna in una condizione imitativa e non propositiva di cambiamento. Invece che trasmettere agli uomini alcuni contenuti della femminilità, aveva fatto acquisire alle donne connotazioni negative di mascolinità.

Questo nuovo quadro di riflessione sul maschile e sul femminile intende la reciprocità come uguaglianza differenziata attraverso la quale ciascuno accetta l'altro per quello che è e non per quello che vorrebbe che fosse; è un importante passo avanti nella costruzione di relazioni “realistiche”, in cui si mettono in conto conflitti e difficoltà che non escludono, anzi si riappropriano, dell'amor cortese. La misura di una civiltà è spesso data dall’importanza sociale attribuita al rapporto amoroso; l’attenzione e il rispetto di tale rapporto ha avuto importanti anticipazioni nell’epoca del Cristianesimo delle origini (San Valentino), nell’amor cortese trecentesco  e nell’epoca della passione romantica, i cui frutti hanno costruito la attuale possibilità di libera scelta del partner (dall’obbligo di “amare chi si sposa” alla possibilità di “sposare chi ama”, realizzata per la prima volta nel secolo ventesimo).

Alla base della scelta c’è un inespresso criterio di affinità che non appartiene alla sfera “magica” dell’innamoramento, è, anzi, l’oggetto specifico da portare alla luce nella relazione di innamoramento. 

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