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ISTANT TEST SULLA RELAZIONE MEDICO PAZIENTE

 

Indicare, per ciascuno dei successivi gruppi di affermazioni, al massimo due item in cui il medico riconosce se stesso di fronte ad un paziente problematico

 

A1.   La presentazione di problemi di tossicodipendenza in un mio paziente mi riempie di preoccupazione

A2.   Preferisco non prendere in carico pazienti tossicodipendenti perché mi irritano

A3.   Usare farmaci per contrastare una dipendenza da farmaci e da droghe è un paradosso dunque preferisco non occuparmene

A4.   Quasi sempre l'abitudine al consumo di droga cessa per dismissione spontanea

A5.   Non riesco a riconoscere se un mio paziente è tossicodipendente

A6.   La sofferenza di un alcolista mi muove a compassione

A7.   Sono sicuramente stato imbrogliato e raggirato da alcuni pazienti tossicodipendenti

 

B1.    Se vengo a sapere che un mio paziente sta rovinando se stesso e la sua famiglia con il gioco d'azzardo penso che non ci sia nulla da fare e che sia solo un uomo sfortunato

B2.    Non credo che si possa combattere la dipendenza dalle sigarette con i divieti e le multe

B3.    Mi sono più volte chiesto se alcune patologie di qualche mio paziente non fossero altro che somatizzazioni della loro incapacità di liberarsi da legami famigliari invischianti

B4.    Vedo spesso nei miei pazienti malattie conseguenti o connesse ad una vita sessuale ed affettiva scorretta o insoddisfacente

B5.    Nel mio lavoro debbo occuparmi delle patologie visibili ed esplicite altrimenti non è possibile essere obiettivi

B6.    Una delle qualità indispensabili per il mio lavoro è saper dare ai miei pazienti un sostegno consistente ma discreto

B7.    Per quanto abbia cercato ripetutamente di distaccarmi dai miei pazienti non sono mai riuscito a "non portarmi il lavoro a casa"

 

C1.    I problemi di alimentazione sono frutto di una cattiva educazione alimentare

C2.    Non posso criticare chi si butta a capofitto sul cibo perché ha bisogno di sentirsi riempito da qualcosa che lo faccia sentire sazio

C3.    Le persone hanno un maggiore o minore bisogno di cibo a seconda della loro costituzione e del loro temperamento

C4.    Non è possibile vivere senza vizi se un uomo è del tutto perfetto è un mostro

C5.    Anoressici e bulimici non hanno sviluppato un senso del senso del gusto e della soddisfazione alimentare capace di feed back autoregolanti

C6.    Penso che i disturbi della alimentazione che riscontro nei miei pazienti dipendano dalla loro scarsa cura di sé

C7.    Mi viene difficile consigliare una dieta ad un mio paziente perché io non sarei capace di farla

 

D1.   Quando mi trovo di fronte ad atteggiamenti isterici so essere fermo ed autoritario

D2.   Scelgo spesso di stimolare ed incoraggiare quei miei pazienti che, a causa di qualche patologia, si lasciano andare e si piangono addosso.

D3.   Interpreto la rassegnazione dei miei pazienti di fronte alla malattie come una componente psichica della malattia medesima e li rispetto

D4.   Mi ritrovo spesso a cercare di coinvolgere con fiducia ed ottimismo i miei pazienti

D5.   Lo stress della vita quotidiana porta molti dei miei pazienti ad essere "sani ma preoccupati" per la loro salute ed ad avere continuo bisogno di tranquillizazione

D6.   Cerco spesso di comprendere quei miei pazienti che hanno ripetuti incidenti o malattie a causa di comportamenti inconsapevoli di autodanneggiamento.

D7.   Cerco di avere particolare attenzione e contatto umano con quei pazienti che si presentano con  una grande confusione  nella loro vita mentale

 

E1.    E' importante instradare i pazienti ad assumersi la responsabilità personale del mantenimento della loro salute

E2.    Bisogna motivare i pazienti a prendere la decisione di uscire dalla passività ed ad impegnarsi in qualche attività fisica e motoria utile alla loro salute

E3.    Fino a ché il paziente non abbia informazioni chiare e completa della sua malattia non può riuscire a prendere coscienza  dei suoi effettivi problemi

E4.    Anche se sono certo che quel mio paziente sia ben consapevole della sua malattia, dichiarargli verbalmente la verità può togliergli del tutto la voglia di vivere

E5.    Mi trovo spesso ad insistere nell'invitare i miei pazienti a prendere atto del miglioramento delle loro condizioni o, almeno, nel non peggioramento

E6.    Solo immedesimandomi nel dolore percepito da qualche mio paziente, riesco a sostenerlo ed ad indicargli gli opportuni rimedi o palliativi

E7.    Per preparare i miei pazienti a prendere decisioni sulla loro salute è necessario che mi sentano umanamente vicino a loro anche mediante il contatto fisico connesso alla manualità delle mie manovre.

 

 

CASI CLINICI

 

1)       (Paziente irresponsabile ed emotivo che deve essere rimproverato  e responsabilizzato )

Il medico è chiamato per una visita domiciliare dai genitori di una ragazza 22enne con malesseri:apatia,sonnolenza,nausea,cefalea ….. che fanno pensare o ad un avvelenamento o ad un'intossicazione da farmaci. I genitori, una coppia abbastanza anziana, sono fortemente preoccupati ma troppo comprensivi  nei confronti dell'unica figlia presa in adozione quando era molto piccola. La ragazza ha smesso di studiare dopo ripetuti fallimenti, ha lasciato cadere senza impegnarsi alcune importanti occasioni di lavoro e vive una avventura sentimentale dopo l'altra senza impegno e senza responsabilità. Il medico sospetta che faccia abuso di farmaci antidolorifici e ipnotici sottraendoli dall'armadietto dei medicinali di casa sempre fornito a causa delle crisi di ansia della madre.

Qual è l'atteggiamento comunicativo più appropriato?

 

2)       (Paziente apatico che deve essere spaventato e motivato al cambiamento )

Marittimo, 40 anni, si presenta per una visita a seguito di problemi epatici con un quadro complessivo di debiltazione

 Nel corso della visita il medico scorge un ematoma in corrispondenza della vena del braccio sinistro. Interrogato il paziente ammette la sua tossicodipendenza ma minimizza il problema attribuendolo ad una condizione temporanea e non cronica.

Qual è l'atteggiamento comunicativo più appropriato? 

 

3)       (Paziente rassegnato e fatalista che deve essere incoraggiato e istruito)

Anziano diabetico con un quadro clinico di poliuria e sudorazione e iniziale chetoacidosi a cui non è più sufficiente l'assunzione di antidiabetici orali e che deve imparare a gestire l'auto-somministrazione di insulina ed a misurare quotidianamente il tasso di glicemia. Si mostra rassegnato e incapace con l'inclinazione a "lasciarsi andare".

 Qual è l'atteggiamento comunicativo più appropriato?

 

4)       (Paziente affannato e petulante che deve imparare a prendere più alla leggera i suoi presunti problemi)

Anziana signora 75enne con svariati problemi di salute :osteoporosi ,artrosi del rachide e del bacino ,ipertensione arteriosa,che si presenta insistentemente in ambulatorio per continui cambiamenti della cura e con la richiesta di prescrizione di farmaci consigliati dalle amiche o da qualche rivista .

Qual è l'atteggiamento comunicativo più appropriato?

 

5)       (Paziente ansioso e ossessionato dai suoi disturbi che deve essere tranquillizzato)

Avvocato 50enne con personalità forte ed autoritaria che teme per i suoi problemi e cambia continuamente medico di fiducia perché non si sente sufficientemente curato e  preso in considerazione. Alle spalle c'è il vissuto della morte del padre per carcinoma al retto e della madre per leucemia.

Soffre di una ernia iatale con esofagite e gastroduodenite, inoltre presenta episodi di colite spastica.

Qual è l'atteggiamento comunicativo più appropriato?

 

6)       (Paziente lunatico, aggressivo o depresso, che ha bisogno di essere capito)

Il paziente si presenta per accompagnare il figlio che ha una trauma riportato a seguito di un incidente in motorino a mesi di distanza da una visita per dei dolori toracici a seguito della quale gli erano stati prescritti alcuni esami : ecg, ematochimici, un holter pressorico. Il paziente è imbarazzato per non aver provveduto e per non essersi più messo in contatto con il medico. A seguito del colloquio con il medico e di una visita, le condizioni del paziente appaiono fortemente peggiorate:P.A 170/95, polso periferico tachiaritmico…

 Il paziente ha forti preoccupazioni d’ordine economico, lavorativo e famigliare, la preoccupazione per l'incidente del figlio si accompagna a ben più gravi preoccupazioni per lo stile di vita condotto dal figlio e per l'atteggiamento tollerante della moglie nei confronti del figlio. Racconta di avere forti crisi di rabbia aggressiva al termine delle quali se la prende con se stesso per non essere riuscito a mantenersi calmo e spesso si sfoga con violenti atteggiamenti autolesionistici che spaventano moglie e figlio (batte violentemente e ripetutamente, con rabbia, la testa al muro ferendosi). 

Qual è l'atteggiamento comunicativo più appropriato?

 

7)       (Paziente ipercritico e poco aderente alla realtà che ha bisogno di attenzione affettiva )

  La paziente è una professoressa di greco, 40 anni, due figli, separata dal marito. Soffre di una steno insufficienza mitralica di grado lieve-moderato,da qualche tempo presenta dei disturbi circolatori periferici per un’insufficienza venosa.  E' competente sulla sua malattia e si informa costantemente leggendo riviste e consultando diversi specialisti. Il medico ha il sospetto che non abbia assunto i farmaci prescritti o che li assuma disordinatamente senza rispettare la posologia. 

Qual è l'atteggiamento comunicativo più appropriato?