counseling pedagogia psicologia sostegno scuola                                         Vai a: home | fine pagina

vai a Le sculture relazionali

vai a San Francesco

vai a Il dono della guarigione

vai a Il vascello degli ipocriti

vai a Il battesimo di Giovanni

 

La sostanza sacra delle relazioni

 

 

MARIA INNAMORATA DI GIUSEPPE

scultura di Vincenzo Masini presentata alla Mostra "Artisti per il Giubileo"

esposta al Palazzo Pontificio Maffei Marescotti, La Pigna, Via della Pigna 13 A, Roma

 

 

  

TEMA DELL’OPERA

L’innamoramento di Maria verso Giuseppe è un tema mai trattato nelle rappresentazioni sacre pur se assolutamente legittimo sia dal punto di vista storico che di testimonianza evangelica. Maria è innamorata di Giuseppe perché Egli è un uomo giusto, forte, generoso, protettivo, ispirato, lungimirante, saggio, colto, prudente e riservato.

I due Santi Sposi sono qui rappresentati nella relazione affettiva tra di loro senza la presenza di Gesù. Oltre al porgere onore alla coppia di sposi innamorati, la scultura vuole invitare ad una meditazione sull’incontro amoroso e amorevole. Lo spirito della loro relazione diventa sostanza relazionale che fa sgorgare il sublime. Come in tutte le coppie che davvero si amano, il loro rapporto è celato. E’ misterioso penetrarne la natura relazionale, ovvero la loro reciprocità affettiva. Infatti Giuseppe e Maria non sono quasi mai rappresentati in quanto sposi o celebrati come coppia con un loro anniversario di matrimonio e con un festeggiamento per il loro anniversario. Per questo la scultura è stata esposta per la prima volta proprio il 14 febbraio, festa degli innamorati. Al Convegno Prepos sulla Paternità, presso la Comunità di Nomadelfia in Roma, è stata dedicata a loro la Festa di San Valentino, festa dell’Amor Sublime.

 

 

DESCRIZIONE DELL’OPERA

Nella scultura in ferro e ghisa (28 kg,; cm 80 x 58 x 25) Giuseppe guarda con protezione Maria. Maria percepisce lo sguardo di Giuseppe e ne innalza l’intensità verso il cielo. Le 12 stelle di Maria, qui diventate fiori, fanno fiorire il bastone di Giuseppe che ha alle spalle  un sole cocente che rappresenta l'andare avanti per la propria strada. Il richiamo alle piramidi apre alla riflessione sulla cultura egizia che Giuseppe aveva appreso nel suo soggiorno sul Nilo dopo la fuga da Betlemme. Giacché Gesù compare a 12 anni nel tempio è logico pensare che sia stato Giuseppe a trasmettergli la cultura che possedeva.

La scultura è attuata con il riuso di oggetti comuni: i volti sono due ferri da stiro, gli occhi cucchiaini da caffè, naso e bocca  manici di coltello, i fiori sono scarti di fonderia di fornelli da cucina, il copricapo di Maria è la marmitta di un motorino, la barba e capelli di Giuseppe sono costruiti con lamierino traforato di supporto ad una scheda di computer, i capelli sono trucioli di tornio, il sole è una vecchia sega circolare con inserti di ghisa, le piramidi sono tratte da un papiro egizio.

Le tecniche di pittura sono attuate con smalti acrilici che imitano lo stile trecentesco di Ambrogio Lorenzetti (i volti), con una contaminazione espressionista (i fiori), con découpage (le piramidi), con pop art (i ritagli si ferro saldati che reggono la struttura).

 

 

FASI DELLA LAVORAZIONE

L’opera è prodotta assemblando i diversi materiali per dare corpo alla struttura e successivamente smontata per la colorazione delle diverse parti.