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Helponline | Counseling Online - Counseling - - Pedagogia - Orientamento - Artigianato Educativo - Scuola di formazione -
PREPOS S.A. ENTE ACCREDITATO presso il MIUR con decreto AOODPIT.852 del 30.07.2015 (vedi decreto)
SCHEDE SINTETICHE SUI PROGETTI
		
		PROGETTO FORMAZIONE INSEGNANTI E 
		DIDATTICA
Il 
		progetto ha l’obiettivo di innescare il miglioramento dell’apprendimento 
		mediante un doppio intervento: sui docenti e sugli allievi. Lo scopo è 
		riorientare all'apprendimento classico tuttti i soggetti che presentano 
		DSA, partendo dalla semplificazione dei programmi per giungere al 
		progressivo insrimento nella didattica condivisa. La consapevolezza che 
		gli attuali DSA dipendano dalla rigidità dei modelli didattici offerti 
		ha portato alla considerazione che il cambiaento relazionale e degli 
		stili di insegnamento possano risolvere in gran parte tali disturbi.
		Docenti: 
		attraverso la ricognizione delle capacità comunicative e didattiche 
		possedute dagli insegnanti, si mettono in luce le qualità di ciascuno a 
		partire dalle differenti formae mentis, per passare poi attraverso i 
		conseguenti processi di assimilazione e accomodamento che si 
		rispecchiano nei metodi didattici attuati, fino alle specifiche scelte 
		disciplinari verso cui i docenti si sono orientati nel loro percorso di 
		vita. La formazione e l’aggiornamento hanno lo scopo di motivare alla 
		capacità di ascolto e di interpretazione delle diverse forme mentali 
		degli allievi. 
La sintesi 
		didattica del modello delle 7 intelligenze di Gardner in tre ambiti più 
		generali (ordinativo, intuitivo e descrittivo) consente un immediato 
		riconoscimento dei metodi di studio utilizzati dagli allievi, delle loro 
		preferenze disciplinari, dei loro vuoti conoscitivi e della necessità da 
		parte di ciascuno di loro di perfezionare il metodo di studio tipico 
		della individuale forma mentale o assimilare stili di studio e di lavoro 
		tipici di forme mentali diverse dalla loro.
I tre modelli 
		base sono altresì applicati per la ricognizione delle sequenze nelle 
		triplette comunicative in classe, del linguaggio, delle pause, delle 
		modulazioni della spiegazione, ecc. Questi diversi stili didattici sono 
		posseduti da tutti i docenti e il progetto si propone di portarli alla 
		consapevolezza.
Il secondo 
		passaggio riguarda il contesto dell’interrogazione e la valutazione 
		delle domande poste all’allievo, sul modo di sostenere l’allievo e di 
		coinvolgere la classe. L’obiettivo è trasmettere ai docenti la capacità 
		di far sviluppare la metacognizione nella forma più semplice: insegnare 
		allo studente a valutare ciò che sa e ciò che non sa ed a progettare il 
		suo percorso verso il sapere.
Il progetto per 
		migliorare la qualità dell’apprendimento è rivolto all’intero collegio 
		docenti e si articola in:
		
		·                    
		
		Somministrazione del test sulla comunicazione didattica 
		
		·                    
		
		Divisione in gruppi a seconda delle capacità di comunicazione educativa 
		maggiormente utilizzate 
		
		·                    
		
		Esercizi di role playing per apprendere il tono delle diverse modalità 
		comunicative 
		
		·                    
		
		Sintesi delle relazioni dei gruppi nell’intero collegio. 
 
		Studenti: 
		attraverso l’analisi del metodo di studio è possibile comprendere quale 
		metodo di studio sia il più efficace per ogni singolo allievo anche 
		invitandolo ad entrare in dimestichezza con altri strumenti per 
		l’apprendimento, per lui indispensabili.
Il progetto di 
		formazione per insegnanti si articola in 
		tre tipi di laboratori: comunicazione dinamica per imparare 
		l’incoraggiamento e la gratificazione, la comunicazione, la motivazione, 
		laboratori di comunicazione simbolica per saper compiere gli interventi 
		educativi dell’insegnamento e del rimprovero, l’uso della metafora, di 
		schemi, ordini ed infine i laboratori di comunicazione narrativa per il 
		coinvolgimento, la tranquillizzazione, il sostegno, l’accoglienza, il 
		racconto, l’autobiografia, il coinvolgimento ed il coglimento empatico. 
L’obiettivo è 
		trasmettere ai docenti la capacità di far sviluppare la metacognizione 
		nella forma più semplice: insegnare allo studente a valutare ciò che sa 
		e ciò che non sa ed a progettare il suo percorso verso il sapere. Il 
		corso può essere svolto in modo intensivo, modulando le 10 ore in 
		incontri/conferenze di formazione seminariale e laboratoriale. 
la formazione ai 
		docenti si indirizza altresì allo sviluppo delle loro competenze nella 
		gestione della relazione con studenti, colleghi, genitori, personale ATA 
		e componenti del territorio e si articola nei seguenti ambiti 
		progettuali  innovativi:
		LA COMUNICAZIONE EDUCATIVA
(Introduzione): 
		Personologia e basi pedagogiche degli interventi educativi 
Il rimprovero 
L’incoraggiamento
L’insegnamento
Il 
		coinvolgimento emotivo 
La 
		tranquillizzazione
Il sostegno 
La 
		gratificazione 
		INTELLIGENZE E APPRENDIMENTO
Comunicazione 
		didattica (Dinamica, simbolica e narrativa) 
I tre ambiti di 
		intelligenze e formae mentis 
Qualità 
		dell’apprendimento e formazione al metodo di studio 
Valutazione 
		dell’apprendimento e capacità di progettazione e di organizzazione
		 
Autorità, 
		autorevolezza e autoritarismo 
		Comunicazione 
		didattica
		Didattica 
		personalizzata
		Comunicazione 
		aumentativa
		Cooperative 
		learning
		Bilancio 
		competenze
		Formazione al 
		metodo di studio
		Laboratori di 
		recupero
		Circoli di studio
		IL PROTAGONISMO DEGLI STUDENTI
Peer education 
Educazione alla 
		nonviolenza 
Accoglienza
Gestione delle 
		assemblee 
Consulte 
		studentesche 
Educazione ai 
		valori 
Gruppi 
		d’incontro
Riunione dei 
		bocciati
Prevenzione 
		della dispersione
		
		L’ ORIENTAMENTO
Basi teoriche 
		dell’orientamento 
Colloqui di 
		orientamento 
Le propensioni 
		personologiche: Logico, Attivo, Creativo, Emozionale, Plastico, 
		Percettivo, Partecipativo
Le disposizioni 
		personologiche: Realistico,  Intraprendente, Innovatore, Epressivo, 
		Convenzionale, Sociale, Relazionale
I processi di 
		scelta: cambiamento e orientamento 
Percorsi di 
		studio e di lavoro: competenze manuali e intellettuali 
La gestione 
		dell’economia e il valore del denaro
		LA PEDAGOGIA DELLE CLASSI SCOLASTICHE 
		E COUNSELING di GRUPPO
Gruppi e classi 
Geografia della 
		classe
Le personalità 
		collettive di classe, il clima relazionale delle classi
Tecniche di 
		gestione d’aula - interventi sulle opposizioni e affinità 
Interventi sulla 
		complessità della classe mediante riorientamento della didattica e della 
		formazione 
Metodo di 
		osservazione semplificato 
		
		LA QUALITA’ EDUCATIVA NELLA 
		PREVENZIONE DEL DISAGIO E NELLA 
		EDUCAZIONE ALLA SALUTE
(Introduzione): 
		Counseling nella scuola e nella disabilità 
Integrazione del 
		soggetto portatore di handicap 
Prevenzione del bullismo
		Prevenzione del 
		disagio
		Prevenzione alla 
		droga
		Sostegno 
		all’handicap
		Apprendistato
		Educazione alla 
		salute
		Artigianato 
		educativo
Educazione 
		all’affettività
Educazione 
		all’innamoramento
Dialogo 
		interculturale
Dialogo 
		interreligioso
Counseling 
		famigliare
Progetti per 
		genitori
Counseling 
		familiare
		
		
		Il COUNSELING 
		DELL’ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA (IL 
		COUNSELOR NELLA SCUOLA COME COLLABORATORE DELLA DIRIGENZA)
		La buona gestione 
		dell’orario scolastico
		La gestione dei 
		casi disciplinari
		Supervisione dei 
		coordinatori di classe
		Il rapporto con la 
		segreterie
		La scuola on line
		La gestione dei 
		conflitti
Consulenza 
		organizzativa
Formazione 
		personale ATA 
Miglioramento 
		della comunicazione organizzativa 
Tali ambiti sono 
		stati applicati in numerosi istituti (vedi curriculum PREPOS) e possono 
		essere sintetizzati  nei 
		seguenti progetti realizzati:
1 PROGETTO 
		SVILUPPO RELAZIONI FUNZIONALI                                           
		       
2 PROGETTO 
		ACCOGLIENZA                                                                                                      
		
3 PROGETTO 
		LABORATORI PER STUDENTI TUTOR                                                            
		
4 PROGETTO 
		COUNSELOR JUNIOR                                                                                           
		
5 PROGETTO 
		COUNSELOR TEEN-AGER                                                                                    
		
6 PROGETTO 
		BULLISMO                     
		                                                                                             
7 MIGLIORAMENTO 
		DEL CLIMA DI CLASSE E DIDATTICA                                                        
		
8 PROGETTO 
		FORMAZIONE INSEGNANTI E DIDATTICA             
		                                               
9 PROGETTO 
		LABORATORI FORMAZIONE DOCENTI SOSTEGNO                                           
		
10 SPORTELLO 
		COUNSELING                                                                                           
		                  
11 PROGETTO 
		SCRITTURA AUTOBIOGRAFICA                                                                               
		
12 PROGETTO 
		LABORATORI RECUPERO ED ITINERARI EDUCATIVI                                      
		
13 PROGETTO 
		GESTIONE ASSEMBLEA                                                                                             
		
14 PROGETTO 
		LABORATORI SULL’AFFETTIVITA’                                                                            
		
15 PROGETO 
		INTERVENTO SULLE PERSONALITA’ COLLETTIVE DI CLASSE                            
		
16 PROGETTO 
17 PROGETTO 
		DISPERSIONE SCOLASTICA RIUNIONE DEI BOCCIATI                                     
		
18 PROGETTO 
		CONFERENZE SULLA GENITORIALITA’                                                                  
		
19 PROGETTO 
		ORIENTAMENTO                                                                                                        
		
20 PROGETTO 
		INDICE DI INGIUSTIZIA            
		       
ed esposti nelle 
		successive schede sintetiche sui progetti effettuati
		Progetto: la 
		qualità dell’apprendimento
Il progetto ha 
		l’obiettivo di innescare il miglioramento dell’apprendimento mediante un 
		doppia intervento: sui docenti e sugli allievi.
		Docenti: 
		attraverso la ricognizione delle capacità comunicative e didattiche 
		possedute dagli insegnanti, si mettono in luce le qualità di ciascuno a 
		partire dalle differenti formae mentis, per passare poi attraverso i 
		conseguenti processi di assimilazione e accomodamento che si 
		rispecchiano nei metodi didattici attuati, fino alle specifiche scelte 
		disciplinari verso cui i docenti si sono orientati nel loro percorso di 
		vita. La formazione e l’aggiornamento hanno lo scopo di motivare alla 
		capacità di ascolto e di interpretazione delle diverse forme mentali 
		degli allievi.
La sintesi 
		didattica del modello delle 7 intelligenze di Gardner in tre ambiti più 
		generali (ordinativa, intuitiva e descrittiva) consente un immediato 
		riconoscimento dei metodi di studio utilizzati dagli allievi, delle loro 
		preferenze disciplinari, dei loro vuoti conoscitivi e della necessità da 
		parte di ciascuno di loro di perfezionare il metodo di studio tipico 
		della individuale forma mentale o assimilare stili di studio e di lavoro 
		tipici di forme mentali diverse dalla loro. Il punto di arrivo è 
		l’individuazione di potenzialità possedute ma non slatentizzate.
I tre modelli base 
		sono altresì applicati per la ricognizione delle sequenze nelle 
		triplette comunicative in classe (domanda/ risposta/ commento; 
		domanda/risposta/altra domanda; ecc.), del linguaggio, delle pause, 
		delle modulazioni della spiegazione, ecc. leggendoli come momenti di 
		comunicazione persuasiva (ripetizioni, sintesi, logica interna), 
		euristica (capacità di stimolare curiosità e domande) e immaginativa 
		(contestualizzazione dei concetti, parallelismi, metafore).
Questi diversi 
		stili didattici sono posseduti da tutti i docenti ma in grado diverso a 
		seconda della loro personalità e della loro esperienza; il progetto si 
		propone di portarli alla consapevolezza e renderli modellabili a seconda 
		del tipo di interlocutori. Il primo miglioramento dell’apprendimento è 
		connesso al miglioramento della spiegazione.
Il secondo 
		passaggio riguarda il contesto dell’interrogazione e la valutazione 
		delle domande poste all’allievo, sul modo di sostenere l’allievo e di 
		coinvolgere la classe. L’obiettivo è trasmettere ai docenti la capacità 
		di far sviluppare la metacognizione nella forma più semplice: insegnare 
		allo studente a valutare ciò che sa e ciò che non sa ed a progettare il 
		suo percorso verso il sapere.
Il progetto per migliorare 
		la qualità dell’apprendimento è rivolto all’intero collegio docenti e si 
		articola in:
Somministrazione del test sulla comunicazione didattica
Divisione 
			in gruppi a seconda delle capacità di comunicazione educativa 
			maggiormente utilizzate
Esercizi di role 
			playing per 
			apprendere il tono delle diverse modalità comunicative
Sintesi 
			delle relazioni dei gruppi nell’intero collegio.
Appresi i tre 
		modelli base è possibile comprendere il significato di sviluppo delle 
		sette intelligenze ed entrare nella logica dell’orientamento scolastico 
		e professionale (vedi specifica scheda).
 
		Studenti: 
		attraverso l’analisi del metodo di studio è possibile comprendere quale 
		metodo di studio sia il più efficace per ogni singolo allievo e condurlo 
		al miglioramento nella sintonia più armonica con la sua forma mentale 
		anche invitandolo ad entrare in dimestichezza con altri strumenti per 
		l’apprendimento, per lui indispensabili, teoreticamente adiacenti al suo 
		modello di base. L’analisi del metodo è il primo passo di un percorso di 
		orientamento che potrà essere successivamente sviluppato in forma più 
		compiuta.
		Progetto: la 
		qualità relazionale
La qualità 
		relazionale viene analizzata nel rapporto tra i colleghi e tra gli 
		insegnanti e l’istituzione scolastica nel suo complesso. Il primo luogo 
		di lavoro e consulenza è il consiglio di classe, al cui interno è 
		indispensabile far crescere le interazioni interpersonali, la conoscenza 
		reciproca, la capacità di ciascuno di accettare critiche e riconoscere i 
		propri errori. Ciò sulla base della analisi della partecipazione di 
		ciascuno alla discussione. Un primo strumento è costituito dalle tavole 
		di valutazione sulla interazione. In esse viene autovalutato e valutato 
		il personale modello comunicativo: 1) cerca di controllare e di dominare 
		la discussione 2) confligge, interrompe, mette fretta 3) propone 
		alternative, si dissocia, non concorda, si estranea 4) esprime emozioni, 
		personalizza, gesticola 5) non partecipa, non prende posizione 6) 
		ascolta senza interrompere, si lascia dominare 7) non esprime opinioni 
		personali, è sempre d’accordo, accondiscende.
Le modalità di 
		relazione saranno successivamente discusse in gruppo. Il gruppo dovrà 
		poi riconoscersi in un modello di personalità collettiva ed individuare 
		gli itinerari più efficaci per la propria crescita relazionale. Il 
		percorso di crescita proposto sarà articolato nelle modalità di gruppo 
		di incontro, di lavoro o di formazione a seconda delle caratteristiche e 
		dell’itinerario più produttivo per ogni singolo consiglio. I primi 
		obiettivi da raggiungere in questi tre modelli di gruppo sono:
1) cercare di far 
		entrare uno nel punto di visto dell'altro
2) sintetizzare e 
		riassumere per chiare linee e circoscrivere i problemi per questa via 
		resi oggettivi
3) non avere 
		fretta nel giungere a conclusioni ed assumersi la responsabilità 
		dell'andamento della riunione ("messa a terra" dell'impianto di 
		relazione).
		Progetto: la 
		qualità educativa
I processi di 
		discussione in classe spiegano l’efficacia del docente nelle interazioni 
		educative. Lo schema da seguire è quello della lettura dei modelli 
		tradizionali di rimprovero, incoraggiamento, insegnamento, 
		coinvolgimento emotivo, tranquillizzazione, sostegno e gratificazione 
		alla luce delle posizioni relazionali in cui il docente tradizionalmente 
		si pone.
I copioni 
		personali di ciascuno impediscono la corretta modulazione della 
		comunicazione educativa nei confronti dell’alunno. La qualità educativa 
		si ottiene attraverso la comprensione del tipo di messaggio di cui 
		l’allievo ha bisogno. A volte ciò comporta l’esplorazione di 
		comunicazioni inedite da parte dei docenti (non tutti sono capaci di 
		tranquillizzare o sostenere o rimproverare…) e, in tal caso, emerge la 
		necessità di costruire itinerari formativi funzionali al perfezionamento 
		delle loro qualità comunicative, anche attraverso role playing. 
		miglioramento dell’equilibrio negli studenti. Oppure di interpretare 
		come le diverse forme comunicative si dislochino nelle diverse 
		personalità dei docenti di una classe (c’è chi rimprovera, chi 
		gratifica, chi coinvolge,…) e di maturare l’accettazione della 
		complementarità di queste diverse posizioni, massimizzando i benefici 
		educativi per gli allievi. Per ottenere questo obiettivo è necessario 
		aver raggiunto un buon livello di qualità relazionale (vedi punto 
		precedente) affinché ciascun docente comprenda di essere percepito dagli 
		studenti come parte di un gruppo e non come loro esclusivo partner.
Alla base del 
		successo formativo è collocata la motivazione e la motivazione poggia le 
		sue fondamenta sulla precedente risoluzione delle problematiche di 
		superficialità, apatia, mancanza di autostima, vuoto affettivo, ansia, 
		aggressività o solitudine a cui le precedenti modulazioni comunicative 
		danno, rispettivamente, risposta.
		Progetto: 
		orientamento
Il progetto 
		orientamento è strutturato mediante a) Intervento sulle classi 
		finalizzato alla emersione dei condizionamenti famigliari ed amicali che 
		impediscono la giusta emersione delle potenzialità e favoriscono scelte 
		poco ragionate e fondate sui luoghi comuni b) Questionari di 
		orientamento modellati sulla base delle sette intelligenze sintonizzate 
		con gli schemi di orientamento alla scelta professionale più diffusi 
		nella pratica e discussi in letteratura c) Ricerca intervento sul 
		destino sociale dei diplomati d) Gestione dell'incontro tra studenti e 
		diplomati e) Verifica dei risultati del progetto mediante colloqui con 
		gli studenti e con le loro famiglie.
L’obiettivo è 
		quello di contestualizzare le potenzialità dello studente alla realtà 
		del suo territorio di vita mediante l’apertura di orizzonti verso i 
		tanti contemporanei territori, concreti o virtuali, di cui ogni 
		cittadino si trova a far parte nella attuale globalizzazione delle 
		economie e delle culture.
Il progetto muove 
		dall’assunto che l'orientamento sia un processo educativo tendente a far 
		emergere le potenzialità della persona ed un aiuto alla scelta della 
		professione, ma che non si limiti a questo. La capacità di scelta è 
		frutto di una buona conoscenza del proprio Sé (e ciò primariamente 
		significa la presa di distanza dal personale copione o, almeno, un 
		distanziamento sufficiente a renderlo visibile), le potenzialità non 
		concernono esclusivamente la migliori qualità della persona ma anche il 
		depotenziamento dei suoi difetti o il superamento dei suoi limiti. Non è 
		dunque possibile un orientamento esclusivamente costruito come una 
		impalcatura intorno al copione di base di un soggetto: gli esiti 
		sarebbero quelli della deformazione professionale, dell’incapacità 
		addestrata e dell’appiattimento della personalità sul solo ruolo 
		professionale, con un impressionante ritorno agli scenari da incubo di 
		sistemi sociali di lavoro, parcellizzato ed alienante, già sperimentati 
		dagli autoritarismi del secolo scorso e tragicamente falliti.
		Progetto la qualita’ relazionale: 
		consulenza nel consiglio di classe
Le esperienze 
		dei gruppi di incontro nei consigli di classe sono state approntate con 
		lo spirito di inserire nel gruppo la figura del paciere, in quanto parte 
		estranea, riesce ad armonizzare la situazione, spegne i conflitti, cerca 
		di far  entrare l’uno nel 
		punto di vista dell’altro, oggettiva le problematiche ed infine funge da 
		“messa a terra” nell’ambito della riunione. 
		È così possibile che dopo la caduta della tensione confliggente 
		si liberi la fantasia  che 
		conduce all’intesa.
Il primo 
		strumento utilizzato è costituito dalle tavole di valutazione e 
		autovalutazione delle modalità comunicative personali:
		
		·                   
		cerca 
		di controllare e dominare la discussione
		
		·                   
		
		confligge, interrompe, mette fretta
		
		·                   
		
		propone alternative, si dissocia, non concorda, si estranea
		
		·                   
		
		esprime emozioni, personalizza, gesticola
		
		·                   
		non 
		partecipa, non prende posizione
		
		·                   
		
		ascolta senza interrompere, si lascia dominare
		
		·                   
		
		non 
		esprime opinioni personali, è sempre d’accordo, accondiscende.
Attraverso 
		l’analisi dei modelli comunicativi il gruppo si riconoscerà in un 
		personalità collettiva  che 
		sarà indirizzata verso gli itinerari più efficaci per la propria 
		crescita relazionale.
Gli interventi successivi prevedono:
		
		·                   
		
		
		 Esercizi di role playing per 
		apprendere il tono delle diverse modalità comunicative
		
		·                   
		
		Sintesi delle relazioni dei gruppi nell’intero collegio.
La metodologia 
		degli interventi prevede laboratori svolti in incontri seminariali 
		pomeridiani di circa tre ore. Gli incontri avverranno nella modulazione 
		del gruppo di formazione, di incontro e di lavoro, a seconda della 
		necessità emergente di volta in volta. 
		Il progetto per migliorare la qualità dell’apprendimento è 
		rivolto all’intero collegio docenti 
		Progetto: il tutor nella 
		scuola dell’autonomia, dell’affettività e dell’apprendimento
Il ruolo del tutor (senior) può 
		proporsi come quello di una figura educativa che sa partire dai profili 
		del disagio per rimettere in moto un percorso di crescita educativa. Il tutor ha 
		un rapporto responsabile con l'allievo in quanto persona e non in quanto 
		scolaro. L'atteggiamento educativo dunque riguarda il comportamento 
		complessivo e non solo le sue espressioni riferite al contesto 
		scolastico, pur se è nella scuola che egli esplica la sua funzione.
Alcuni elementi 
		precursori della figura del tutor si 
		sono già intravisti nella pratica del lavoro dei diversi docenti 
		referenti i quali, ove siano riusciti ad esercitare efficacemente il 
		loro compito, hanno risposto con sostegno e consigli ai giovani che si 
		rivolgevano a loro.
La formazione del tutor 
		senior è un processo 
		articolato in lezioni, laboratori, gruppi di incontro, esperienze 
		operative verificate attraverso momenti di gruppo di formazione e lavoro 
		che assicurano il monitoraggio e la partecipazione all'esperienza nel 
		corso del suo intero svolgimento. Il programma si articola in due 
		grappoli di contenuti:
- Analisi della 
		condizione giovanile (crisi di identità, marginalità e assenza di 
		fondamento) e le diverse modulazioni di personalità del disagio che si 
		incarnano nei copioni degli: adesivi (le povertà affettive), invisibili 
		(la mancanza di autostima), apatici (la fuga dagli impegni e la 
		demotivazione), sballoni (l'insaziabilità emozionale, lo sballo, la 
		ricerca di piacere), deliranti (l'eccesso di autostima), ruminanti (la 
		aggressività verso gli altri, la violenza, l'aggressività verso se 
		stessi, la depressione), avari (la vulnerabilità, l'insicurezza, la 
		paura, l'ansia). Per facilitare l'analisi dei tipi viene spiegato il 
		Questionario di Artigianato Educativo e somministrato al fine di 
		comprendere il concetto di copione nel rapporto con se stessi, con gli 
		altri e con il mondo e di aprire i tutor alla 
		comprensione di copione bipolare o multiplo.
- I tipi 
		corrispondono a diversi orientamenti verso lo studio, con specifiche 
		opzioni per favorire la motivazione e l'apprendimento, verso il lavoro 
		(tipi di attività e ambiti), verso lo sport (tipi di sport e risultati), 
		verso la scelta dei gruppi di appartenenza e delle culture di gruppo 
		(punk, yuppie, rasta, ecc.), verso la scelta del partner, ecc. I tipi di 
		base consentono anche la visualizzazione dei principali problemi di 
		educazione alla salute (predisposizioni al rischio verso talune sostanze 
		elettive, modalità di rapporto con il cibo e con il proprio corpo, 
		ecc.).
L’obiettivo da 
		raggiungere è il miglioramento della progettazione di tutte le 
		esperienze di intervento educativo e relazionale nella scuola gestito 
		attraverso metodi di esplicito tutoring o 
		ad esso assimilabili:
Educazione 
			alla salute, CIC e politiche giovanili
Viaggi di 
			istruzione, visite guidate
Dispersione 
			scolastica, obbligo scolastico e formativo
Integrazione scolastica di alunni in situazione di handicap
Attività 
			integrative e formative
I diversi 
		progetti, nei quali il docente assume il ruolo di tutor, 
		vengono arricchiti metodologicamente attraverso il percorso di 
		acquisizione progressiva di "abilità" da parte degli studenti 
		partecipanti sintetizzate nel seguente piano di lavoro:
1. Conoscenza di 
		sé, della propria struttura psico-fisica, delle personali disposizioni 
		alla alimentazione, alla gestione della salute, allo sport, all'uso di 
		farmaci. Strumenti di valutazione del proprio temperamento delle proprie 
		emozioni, dei valori e dei sentimenti ricavati dalla analisi del proprio 
		contesto familiare e ambientale. Analisi della propria capacità di 
		apprendimento, dei propri successi e limiti, in relazione al personale 
		successo formativo nelle diverse discipline scolastiche. Analisi dei 
		personali progetti e degli "immaginari" circa la collocazione futura del 
		mondo del lavoro
L’obiettivo è 
		quello di oggettivazione dello stile di vita e dello stile di lavoro
2. Ricognizione 
		della personale collocazione dei soggetti nelle reti di rapporto 
		famigliare, scolastico, amicale e sociale. Sviluppo della personale 
		capacità di categorizzare gli ambienti e i contesti di relazione. 
		Definizione delle formazioni sociali a cui i soggetti appartengono più o 
		meno stabilmente e discussione sulle loro preferenze verso ambienti 
		affiliativi e carichi di affettività, fusionali ed emozionali (comitiva, 
		coppia), organizzativi, di impegno per il cambiamento sociale, di 
		rappresentanza e partecipazione, di volontariato. Strumenti di analisi 
		per lo studio delle culture e strumenti di lavoro per l'intermediazione 
		culturale. L'obiettivo è quello di costruire elementi cognitivi mirati 
		alla formulazione di un nuovo concetto di cittadinanza oggettivando le 
		diverse culture nelle specifiche formazioni sociali.
3. Tecniche di 
		comunicazione applicate ai diversi contesti (comunicazione descrittiva, 
		persuasiva, euristica, emozionale ed espressiva, tranquillizzante, di 
		sostegno, affettiva). Tecniche di gestione dei diversi tipi di gruppo a 
		cui gli studenti partecipano: i momenti di incontro personale nel 
		gruppo, i momenti di organizzazione e di lavoro, i momenti di formazione 
		e apprendimento. L'obiettivo è far comprendere le personali capacità di 
		comunicazione e di relazione ed i diversi modi di proporsi verso 
		l'assemblea degli studenti nel proprio istituto, le istituzioni del 
		proprio territorio, i compagni degli amici, le relazioni sentimentali, i 
		rapporti familiari, i rapporti con gli adulti, con gli insegnanti, con 
		gli anziani e con i bambini.
		Progetti per i 
		CIC, la gestione assemblee, l’accoglienza, il tutoring 
		(junior), la peer 
		education
Il progetto si 
		attua costruendo un gruppo di lavoro tra insegnanti e, successivamente, 
		tra insegnanti e ragazzi per le diverse progettazioni realizzate sulla 
		base dei seguenti contenuti:
Intendere il C.I.C. come 
		luogo di aggregazione di incontro tra gruppi di giovani, nella logica 
		dello Statuto delle Studentesse e degli Studenti e degli obiettivi delle 
		Consulte degli Studenti, offre eccezionali occasioni di partecipazione, 
		con assunzione di nuove responsabilità nel contesto scolastico sia per 
		le attività complementari che integrative, ed apre gli spazi e i tempi 
		della scuola in una prospettiva di educazione alla democrazia ed alla 
		legalità, intesa come esercizio della tolleranza e di esperienza di 
		apprendimento delle diversità e delle ricchezze individuali.
I risultati di 
		questo processo di lavoro potranno essere un aumento della capacità di 
		comunicazione efficace e di gestione del conflitto, di empatia, di 
		gestione delle emozioni e dei sentimenti e del pensiero critico e 
		creativo. La progettazione del CIC non viene dunque intesa come 
		esclusivo luogo di consulenza individuale o di sportello per 
		informazioni sulla educazione alla salute ma viene costruito come punto 
		di riferimento per la relazione tra persone attuata mediante il continuo 
		ricorso allo strumento del gruppo di incontro. Questo metodo apre a 
		nuove ed interessanti prospettive per lo sviluppo della formazione delle 
		capacità di relazione, di responsabilità, di affettività e educazione 
		tra pari.
Nel quadro di tale 
		orientamento si inseriscono il progetto assemblea, il progetto 
		accoglienza, quello di peer 
		education, di tutoring (junior) e 
		il progetto assemblea. A far inizio da quest’ultimo.
		Progetto: 
		gestione delle assemblee
Un intervento 
		ormai trascurato, nonostante la discussione formativa sulla Educazione 
		alla legalità, è quello delle assemblee studentesche. L'assemblea è 
		infatti uno strumento importante per l'apprendimento della democrazia e 
		delle capacità di discussione che è, però, ormai svilito e scaduto. 
		Insegnare a gestire un'assemblea è invece una formidabile procedura 
		educativa che richiede attenta preparazione, competenza e capacità 
		comunicative. In primo luogo è necessario il rispetto per i giovani, 
		spesso costretti a riunirsi in locali con pessima amplificazione e 
		peggiore acustica, individuando e predisponendo idonei locali. Poi 
		bisogna che l'assemblea abbia una "cornice" che la definisca e protegga 
		da intrusioni, disturbi e squalifiche.
Il Progetto 
		assemblea prende inizio coinvolgendo un certo numero di insegnanti e di 
		alunni e informando la maggioranza degli insegnanti dell’Istituto. Gli 
		alunni saranno formati attraverso la discussione sul clima relazionale 
		nella scuola e nelle classi, sulla loro unità, sull’andamento delle 
		assemblee di classe, al fine di costruire il quadro dei problemi della 
		comunicazione nella scuola.
Al termine della 
		formazione vengono proposti i metodi di conduzione di una assemblee a 
		partecipazione democratica e cioè le competenze tecniche specifiche 
		utili alla conduzione di assemblee di classe o di Istituto: come indire 
		un’assemblea di classe o di Istituto, come preparare un O.D.G. (temi, 
		obiettivi, modalità), regolamento dell’assemblea di classe o di 
		Istituto, come si delibera, come si conteggia la maggioranza, cos’è una 
		mozione, ecc.
		Progetto 
		accoglienza
Un ambiente 
		scolastico può essere freddo o caldo, intenso o povero di sentimenti, 
		accogliente o ostile e ciò dipende dalle caratteristiche individuali di 
		coloro che in tale ambiente vivono ed operano. Il primo antidoto al 
		disagio scolastico è l’organizzazione dell’accoglienza: uno dei momenti 
		più difficili per tutti gli studenti è il primo giorno di scuola al 
		primo anno. Ciascuno ha vissuto con paura o con finta spavalderia 
		l’impatto con l’ambiente ignoto e misterioso della scuola.
Il percorso 
		dell’accoglienza, attuabile nelle elementari (con un bambino più grande 
		che accoglie, fin dalla porta della scuola, il nuovo bimbo possibilmente 
		già conosciuto per parentela o vicinato), nelle medie e nelle superiori 
		(con la gestione del primo giorno di scuola in classe con la modalità 
		del gruppo di incontro, per far presentare tra di loro i ragazzi e far 
		conoscere la scuola, e, nei giorni successivi, con la visita completa 
		all’istituto), muove dalla considerazione che il clima relazionale che 
		può instaurarsi nell’impatto con la scuola è uno strumento 
		indispensabile per orientare immediatamente verso una partecipazione 
		consapevole degli alunni. Tale progetto richiede una accurata 
		preparazione per formare alla conduzione del gruppo in classe i ragazzi 
		che accoglieranno e che diverranno tutor 
		junior di quella classe. 
		Sono infatti gli studenti stessi che debbono imparare a dare il 
		benvenuto ai nuovi, accompagnarli in aula ed a tenere le lezioni nel 
		primo giorno di scuola facendo vivere l’esperienza di un gruppo in 
		formazione.
		
		Progetto tutoring (junior) e peer 
		education
Quando, al termine 
		dell'accoglienza, i ragazzi più grandi si assumono la responsabilità di 
		prendersi cura di quelli delle prime, si innesca un processo di 
		diffusione della relazionalità mediante responsabilizzazione dei 
		maggiori e protezione dei minori. Nelle scuole dove l'accoglienza è 
		diventata una tradizione scompaiono gli atteggiamenti goliardici e 
		spesso violenti che si accompagnano ai primi giorni di scuola.
Un elemento 
		importante del tutoring 
		(junior) è la sua 
		connessione con l'educazione dei pari. Il riferimento all'accoglienza ci 
		porta a considerare il ruolo che alcuni allievi maturi ed equilibrati 
		possono avere nei confronti di loro compagni più giovani, anche 
		all'interno delle strutture di partecipazione scolastica. Altro modello 
		di lavoro, che si incrocia con la continuità o le attività 
		extracurricolari, è quello di produrre momenti di gruppo di lavoro 
		intorno a certi temi ed ambiti e guidare i più esperti alla 
		collaborazione e l'aiuto dei meno esperti.
Tutta 
		l’impostazione del cooperative 
		learning (articolata nei 
		modelli di intervento sulle diverse personalità collettive di classe, 
		vedi sopra) si fonda sull’interazione simultanea, sullo svilippo della 
		collaborazione tra pari, sulle ricompense estrinseche ed intrinseche da 
		attribuire al gruppo o ai sottogruppi della classe.
		Progetto 
		integrazione del soggetto portatore di handicap
Il disagio 
		relazionale nella scuola di fronte all’handicap si manifesta nel 
		processo di difficile comunicazione e di integrazione, spesso 
		sottovalutato ed aggirato di fronte ai problemi prodotti dai soggetti 
		gravi o gravissimi. In gran parte ciò è dovuto all’attuale prevalere di 
		una ottica clinico funzionale nella valutazione dell’handicap ed alla 
		mancanza di esplorazione pedagogica sulle potenzialità che il portatore 
		può esprimere, sui suoi comportamenti e sulla possibilità di 
		orientamento educativo, sulla modulazione possibile delle relazioni, 
		sugli spazi operazionali che possiede.
La via di uscita 
		da tale disagio muove dall’osservazione delle emozioni, dei copioni e 
		dei sentimenti sperimentati dal soggetto nella relazione con gli altri. 
		Progettare un percorso di inserimento si fonda su due processi: 
		l’espressione delle emozioni per la co-costruzione di sentimenti e la 
		pratica degli spazi educativi possibili. Il primo processo, attuato in 
		assenza o in presenza del portatore di h. a seconda dell’opportunità, è 
		la discussione nel gruppo classe delle emozioni che il portatore di h. 
		suscita (la compresnione, la pena, la compassione, la tenerezza, … ma 
		anche la paura, il disgusto, la rabbia, il senso di impotenza, il 
		distacco, ecc.). Il secondo percorso è quello di assimilare le forme di 
		comportamento del portatore di h. ai comportamenti sociali diffusi 
		distinguendo tra le sue difficoltà oggettive e le sue potenzialità non 
		sfruttate per rendere l’intera classe partecipe dei suoi risultati e dei 
		suoi insuccessi, con ampio spazio alla comprensione, alla critica ed al 
		confronto.
		Progetto 
		laboratori
Nella direzione di 
		riorganizzazione delle gestione delle diverse attività complementari ed 
		integrative per potenziare le intelligenze è utile proporre laboratori 
		di motivazione all’apprendimento. Si torna con questi alle problematiche 
		dell’apprendimento (vedi sopra) ma con un orizzonte molto più esteso ove 
		i docenti che reggono tali laboratori abbiano sviluppato le loro 
		potenzialità di tutor (vedi 
		sopra). L’attivazione dei successivi laboratori, di recupero o di 
		potenziamento, tarati sulle modulazioni didattiche della scuola media ma 
		trasferibili ad altri ordini e gradi di scuola, raccoglie i contenuti 
		espressi in ordine all’orientamento ed agli itinerari educativi. Si 
		tratta di concepire l’inserimento in un primo laboratorio, affine alla 
		potenzialità della forma mentis del ragazzo, e farlo poi transitare in 
		un secondo laboratorio, nel quale il ragazzo dovrà crescere negli ambiti 
		carenti alla sua personalità ed al suo stile di studio e comportamento.
L’analisi 
		complessiva delle personalità di una popolazione scolastica, attuata 
		attraverso test o schede di osservazione semplificate, consente di 
		progettare sette tipi di laboratorio che hanno, per i primi mesi, la 
		funzione di ingresso e, nei mesi successivi, quella di arrivo. 
		Naturalmente debbono essere accesi tanti doppioni di ciascun laboratorio 
		quanti sono necessari alla popolazione studentesca. I sette modelli di 
		laboratorio sono raggruppati in sintonia con le sette formae mentis.
Laboratorio 
			matematico, informatico 2, linguistico 2.
Laboratorio 
			di educazione fisica, sport di gruppo, sport individuali con 
			specifico riferimento all’educazione motoria "aerobica".
Laboratorio 
			fisico, geografico e di informatica 1.
Laboratorio 
			linguistico 1, teatro, recitazione.
Laboratorio 
			artigianale e oggettistico.
Laboratorio 
			musicale.
Laboratorio 
			tecnico, plastico e manipolativo.
Le propedeuticità 
		sono lab.1 con lab. 4 o 5; 2 con 5 o 6; 3 con 6 o 7; 4 con 7 o 1; 5 con 
		1 o 2; 6 con 2 o 3; 7 con 3 o 4. L’avvio di questi laboratori avviene 
		attraverso la metodologia dei gruppi di incontro per favorire la 
		relazione tra i partecipanti, la loro conoscenza ed il processi di 
		cambiamento attuato con un omogeneo itinerario. Il gruppo di incontro 
		iniziale assolve lo scopo di far emergere la consapevolezza delle 
		personali (comuni) caratteristiche e dei (comuni) bisogni di crescita 
		nella direzione indicata dai laboratori di arrivo.
		Progetto 
		attività integrative e complementari
Questo progetto si 
		incrocia con i progetti connessi alla didattica o alle tematiche 
		educative. La rilettura dell’elenco di attività integrative e 
		complementari proposte nel DPR 567/96, può servire a comprendere i 
		processi di lavoro e di azione che sono impegnati in esse.
Le seguenti prime 
		tipologie di attività sono connesse sia a settori disciplinari sia a 
		modelli di atteggiamento ed hanno funzioni educative ad hoc, ovvero 
		possono essere efficaci strumenti per l’intervento educativo su diverse, 
		ma ben individuate, tipologie di personalità e di problemi:
Legalità, 
			Diritti umani, Pace, Intercultura
Informatica 
			e multimedialità
Comunicazione Teatro Cinema
Lingue 
			straniere
Giornale 
			degli Studenti, giornale dell’Istituto
Arte, 
			creatività e esperienze ludiche
Ambiente
Sport
I criteri su cui 
		informare la scelta e l’accensione delle attività sono congruenti con 
		quelli delle intelligenze personali e delle personalità collettive, in 
		specie laddove tali attività abbiano la classe come luogo di 
		realizzazione. La tipologia di classe è un criterio importante di 
		scelta. Ove non sia la classe occorre porre attenzione alla costruzione 
		del gruppo di allievi che organizza e gestisce tali percorsi.
Il metodo è quello 
		del gruppo di lavoro, poiché tali percorsi sono sovente finalizzati alla 
		realizzazione di un risultato, o quello del gruppo di formazione, 
		laddove si manifesti la forte necessità di ampliare gli orizzonti 
		mentali e culturali degli studenti partecipanti.
		Progetto 
		educazione degli adulti
E’ concepito come 
		la più alta connessione tra orientamento e attività integrative nei 
		processi educativi che riguardano l’intera vita della persona: 
		l’orientamento serve ad accompagnare la persona nel corso della sua vita 
		e le attività integrative introducono a nuovi saperi trasversali. Le 
		Conclusioni del Consiglio Europeo di Lisbona del marzo 2000 (paragrafo 
		26) propongono sei messaggi: 1) Nuove competenze di base per tutti, 2) 
		Maggiori investimenti nelle risorse umane, 3) Innovazione nelle tecniche 
		di insegnamento e di apprendimento, 4) Valutazione dei risultati, 5) 
		Ripensare l’orientamento, 6) Un apprendimento sempre più vicino a casa 
		invita a mettere al centro del lavoro la progettazione, la formazione e 
		l’insegnamento delle competenze sociali per la forte crisi relazionali 
		nei gruppi, nelle famiglie e nelle istituzioni a cui è necessario dare 
		soluzioni di crescita evolutiva e dal raccordo tra scuola, territorio e 
		lavoro, che coinvolge giovani ed adulti, e che conduce a pensare 
		l’educazione permanente al servizio delle persone e della società.
L’idea guida è che 
		l’educazione degli adulti non sia solo il recupero di svantaggi 
		scolastici ma formazione e orientamento ai diversi vissuti dei cicli 
		della vita ed educazione alla costruzione di relazioni, di gruppi e di 
		famiglie. Al di là dell’accertamento delle competenze in ingresso, e del 
		naturale orientamento verso uno studio personalizzato, l’apprendimento 
		nell’educazione degli adulti è un’occasione per proporre di ripensare 
		più a fondo a se stessi ed a ridecidersi sul piano delle ambizioni 
		conoscitive e culturali, rinforzando la stima di sé ed allargando gli 
		orizzonti mentali.
L'educazione degli 
		adulti, finalizzata ad una specifica fase della vita dell’adulto o a 
		specifici problemi occorrenti, mette in gioco (in una ottica operativa e 
		disciplinare) le seguenti aree: compensazione dell'insuccesso, pedagogia 
		sociale, pedagogia speciale, educazione permanente, adattamento e 
		sviluppo, educazione professionale ed educazione alle competenze, 
		aggiornamento ed alfabetizzazione, anche informatica, con attività che, 
		nell’ottica dello sviluppo delle intelligenze e della socializzazione 
		delle culture, si articolano in linguistiche, storiche, scientifiche, 
		logico matematiche, estetiche, musicali, spaziali, corporeo 
		cinestetiche.
		Progetto sviluppo relazioni 
		funzionali (per elementari)
Questo progetto 
		si avvale ampiamente del counseling come strumento scolastico allo scopo 
		di prevenire il disagio scolastico e intervenire per potenziare le 
		risorse nel bambino. 
Il processo comunicativo è infatti efficace a 
		seconda del tipo di disagio vissuto dal 
		bambino: povertà affettiva, mancanza di autostima, di motivazione, di 
		responsabilità e del senso dei limiti, eccesso di reattività e di 
		aggressività, eccesso di controllo. Dunque si tratta di riconoscere 
		l’espressione delle emozioni (la paura - la rabbia - il distacco - 
		il piacere - la quiete - la vergogna - l'attaccamento) nelle 
		diverse  fasi dello sviluppo 
		emotivo, imparando come si devono usare le rispettive modalità 
		comunicative di  Rimprovero, 
		Incoraggiamento, Gratificazione, Tranquillizzazione, 
		Insegnamento, Coinvolgimento emotivo e Sostegno.
Le fasi del 
		progetto sono tre. Nella prima si incontrano i docenti per formarli 
		sulle metodologie Prepos e prepararli all’osservazione dei bambini, al 
		fine di metterli in condizione di individuare facilmente le principali 
		risorse e le aree da sviluppare. Attraverso questo progetto si 
		tratteranno diverse tematiche, dalla prevenzione del bullismo e la 
		promozione della non violenza al miglioramento delle relazioni tra 
		scuola e famiglia.
Il secondo passo 
		da compiere è quello di coinvolgere i genitori attraverso un 
		“Laboratorio sulla maternità e paternità” che li sostenga aiutandoli ad 
		analizzare gli ostacoli che hanno impedito il pieno sviluppo dei loro 
		ruoli. Ma quali sono gli ostacoli alla maternità e alla paternità? Come 
		è possibile superarli?
Già essere in 
		grado di
		
		 comprendere le risorse e le 
		debolezze dei figli per compiere approcci educativi validi 
		è un primo passo:
Brontolo 
		ha bisogno di un padre paziente e una madre generosa
Eolo
		ha bisogno di un padre 
		umile e di una madre paziente
Dotto
		ha bisogno di un padre 
		affettuoso e di una madre umile
Gongolo
		ha bisogno di un padre 
		saggio e di una madre affettuosa
Pisolo
		ha bisogno di un padre 
		energico e di una madre saggia
Mammolo 
		ha bisogno di un padre creativo e di una madre energica
Cucciolo
		ha bisogno di un padre 
		generoso e di una madre creativa
La terza fase 
		prevede l’intervento diretto in classe dello staff Prepos.
Il progetto necessita di tre 
		incontri con gli insegnanti, tre incontri coi genitori in orario 
		pomeridiano o serale e di tre interventi diretti in tre classi a scelta 
		degli insegnanti.
		Progetto 
		genitori : Come farsi amare dai figli
I temi messi in 
		gioco dal progetto genitori investono una ampia gamma di questioni 
		educative. Qui si tratta di una molteplicità di progetti che riguardano 
		la coppia, la famiglia, l’educazione all’affettività ed 
		all’innamoramento. Di questo grappolo di progetti viene proposta una 
		sintesi schematica; il titolo dell’insieme di progetti (come farsi amare 
		dai figli) rappresenta l’interrogativo chiave a cui dare risposta.
		L’educazione 
		genitoriale
- Cosa significa 
		Rimprovero, Incoraggiamento, Gratificazione, Tranquillizzazione, 
		Insegnamento, Coinvolgimento emotivo e Sostegno e le forme comunicative 
		più idonee ad attuarli
- Come si 
		costruisce un clima di comprensione, disponibilità, dialogicità, 
		riconoscimento, incontro, mediazione, complementarità
Lezioni, 
			esercizi e role playing
		Analisi degli 
		ostacoli psicologici alla maternità
L'attaccamento: Nessuno 
		potrà mai amarlo/a più di quanto non lo amo io. Comprenderlo più di 
		quanto non lo comprendo io, sentirlo/a più di quanto non lo senta io.
Il mammismo 
			è un percorso psicologico o è frutto della cultura?
L'incapacità di superare la maternità biologica può essere un 
			ostacolo alla maternità spirituale e sociale?
L'amore 
			materno è per i propri figli o per i figli?
L'ansia: So di 
		poter essere "tutto" per mio figlio/a e che non ci potrà mai essere 
		nessun altro in grado di essere qualcosa di più.
Cosa 
			significa attenzione e cura?
Perché la 
			paura non può essere una buona consigliera?
Cosa vuol 
			dire saperlo guardare da lontano?
La protezione: Mio 
		figlio/a si meritava di più (nella vita, nel lavoro, nei confronti del 
		partner) ed io non posso nemmeno dirlo a lui ed a tutti
Quando la 
			protezione diventa oppressione?
Quando la 
			protezione rischia di inibire il coraggio?
- Come imparare a 
		incoraggiare davvero?
La liberazione: La 
		mia realizzazione come donna sarà solo nel generare figli con cui 
		stabilire un contatto mentale, intellettuale e culturale che mi appaghi.
In cosa 
			consiste il rifiuto di essere madri?
Dov'è il 
			punto di confine tra non riuscire ad avere figli e intimamente non 
			volere avere figli?
Esiste una 
			maternità subita e una maternità liberante?
Il compiacimento: 
		Un bacio tenero, molto tenero, ancor più tenero … diventa languido…
Fin dove 
			può spingersi l'emotività affettiva materna nei confronti dei figli?
Dove 
			finisce l'attrazione gioiosa e dove comincia un coinvolgimento 
			innamorante?
La distanza 
		materna: Ma io amo davvero mio figlio? Cosa sono infine i sentimenti che 
		nutro per lui? Come mai non mi entusiasmo come le altre madri? Le altre 
		madri sono "fanatiche" dei loro figli o sentono qualcosa che io non sono 
		in grado di sentire?
Dove si 
			deve fermare la tranquillità fiduciosa verso un figlio?
Quali 
			possono essere i segnali oggettivi che mobilitano verso un 
			intervento educativo?
Il sostegno: Sarò 
		capace di accogliere mio figlio anche se dovesse essere...
Come 
			considerare i limiti ed i difetti dei figli?
Quali sono 
			le aspettative legittime nei loro confronti?
 
		Analisi degli 
		ostacoli psicologici alla paternità
La stima di sé: 
		Sarò capace di dare a mio figlio le condizioni per vivere?
Come si 
			costruisce la stima di sé come padre?
Dare il 
			proprio cognome è riconoscimento e sostegno?
L'indifferenza: 
		"Ma a me importa davvero di mio figlio o non me ne frega nulla, anzi la 
		sua presenza ha disturbato la mia vita?"
Cosa vuol 
			dire gustare in pace le emozioni sentite verso il figlio, senza 
			svenevolezze e luoghi comuni?
La 
			formazione affettiva del padre verso i bambini è più tardiva 
			dell'immediato attaccamento della madre?
E' più 
			importante essere coppia o essere genitori?
L'angoscia: Mio 
		figlio potrà mai avere un futuro positivo in ragione delle mie colpe che 
		ricadono su di lui?
Cosa vuol 
			dire insegnare ai figli che la vita è bella?
Cosa vuol 
			dire conoscere quali sono i piaceri veri della vita e come sapere 
			quali sono i veri e i falsi piaceri della vita?
Perdita e 
		ritrovamento: Perché voglio bene a mio figlio? Voglio davvero bene a mio 
		figlio? Voglio bene a mio figlio perché è mio figlio o perché voglio 
		bene a lui come persona? Gli vorrei bene anche se non fosse mio figlio?
C'è 
			paternità solo in presenza di un figlio?
Si diventa 
			liberi lasciando liberi?
La protezione: Se 
		io ho così tanta paura di una vita e di un mondo di così grande 
		ingiustizia, avrò la forza e il coraggio di impegnarmi e di rischiare se 
		mio figlio avrà bisogno di me?
Il senso 
			dell'impegno del quotidiano non è iperprotezione e sostituzione ma è 
			vigilare e insegnare a difendersi
Come si 
			trasmette il coraggio?
Il dubbio: I dubbi 
		e gli scrupoli che mi torturano sul rapporto da tenere con mio figlio mi 
		conducono a fare delle scelte sbagliate? Forse dovrei essere un padre 
		più deciso e mascolino?
Qual è il 
			punto di equilibrio nel senso di responsabilità? Ansia e fiducia
Come dare 
			sicurezza e presenza nei momenti critici?
L'accettazione: 
		Quali sono i processi che determinano l'accettazione di paternità?
Cos'è 
			l'attaccamento paterno?
Dopo il 
			parto ho visto mia moglie diversa?
Lezioni e 
			discussioni di sintesi sui temi delle discussioni di gruppo
 
		Le tipologie di 
		famiglia
E' un utile 
		esercizio per la crescita famigliare cercare di individuare le 
		caratteristiche dei climi nelle routine e nelle regole della propria 
		famiglia. I rituali più tipici sono inerenti alle attività quotidiane, 
		agli spazi usati per le relazioni, alle modalità di trascorrere tempo 
		libero e vacanze.:
Questa ricerca 
		intervento produce la discussione di una famiglia su se stessa, e 
		rimette spesso in moto la dinamica di cambiamento del clima famigliare 
		ed, a volte, il superamento delle insoddisfazioni dei rapporti.
Le tipologie 
		famigliari scaturiscono dall'osservazione di tali comportamenti nel 
		percorso del ciclo di vita (dalla coppia innamorata agli anziani coniugi 
		con i figli che hanno ormai abbandonato il nido). Ad ogni fase della 
		storia famigliare corrispondono diverse tappe evolutive del rapporto tra 
		persone ed, ad ogni fase, si adatta una tipologia famigliare che può 
		riuscire a superare gli elementi di crisi o rimanere bloccata sulla 
		ripetizione di comportamenti involuti.
Ogni fase del 
		ciclo di vita famigliare è una tappa del percorso di maturazione verso 
		comportamenti relazionali più ricchi, articolati e complessi. Nuovi 
		equilibri si formano nella dinamica di superamento dei vecchi modi di 
		azione reciproca limitati e penalizzanti. I modelli famigliari, utili 
		come spunti per la descrizione delle tipologie di relazione, sono sette, 
		in sintonia con lo schema seguito dal nostro metodo di lavoro. Tali 
		morfologie famigliari contengono sia qualità che difetti; questi ultimi 
		possono essere compensati facendo evolvere le relazioni interne verso la 
		tipologia che contiene gli elementi carenti.
		La famiglia 
		effusiva appariscente
		La famiglia 
		comunicativa atomizzata
		La famiglia 
		affettiva invischiata
		La famiglia 
		difensiva antagonista
		La famiglia 
		protettiva oppressiva
		La famiglia 
		pacifica astenica
		La famiglia 
		comprensiva rassegnata
			 
- Dalle opposizioni conflittuali alle 
			relazioni affini.
			- Dalle relazioni primitive di dipendenza, controdipendenza e 
			simbiosi alle relazioni evolute di libera scelta.
			- Dalle relazioni depressive per abbandono, delusione e senso di 
			colpa alle relazioni affettive di disponibilità, riconoscimento e 
			incontro.- L’educazione 
			all’affettività ed alla sessualità: 
			l’affettività verso i genitori e gli adulti, l’affettività connessa 
			all’amicizia nel rapporto tra pari e l’affettività che si sviluppa 
			in connessione con l’innamoramento.
			
		Progetto 
		educazione all’affettività ed alla sessualità
Il progetto si 
		articola sui tre principali fenomeni emozionali e relazionali 
		dell’adolescenza: la scoperta dell’amicizia, l’innamoramento e la 
		visione critica del mondo degli adulti. Nell’ambito scolastico 
		l’educazione all’affettività può essere esercitata essenzialmente in tre 
		direzioni: l’affettività verso i genitori e gli adulti, l’affettività 
		connessa all’amicizia nel rapporto tra pari e l’affettività che si 
		sviluppa in connessione con l’innamoramento.
L’affettività verso i genitori viene esplorata attraverso l’analisi 
			chiara e piana dello loro qualità gestita nei gruppi di incontro o 
			nelle classi costruttive (con un buon livello di relazionalità 
			interna tale da non squalificare l’importanza della discussione). La 
			possibilità di costruire una valutazione ed un giudizio chiaro, ma 
			comprensivo, sui genitori da parte dei figli è dunque da perseguire 
			come una tappa importante del loro processo di autonomia.
La 
			formazione alla relazione tra pari verte sui processi di conoscenza 
			reciproca, sulla valutazione delle personali esperienze di amicizia 
			e del loro grado di intensità a partire dalla consapevolezza dei 
			valori della stima e della fiducia che stanno alla base 
			dell’amicizia. Un tema di rilevante interesse è quello 
			dell’esplorazione delle quattro modulazioni di base dell’amicizia 
			nei rapporti umani: l’amicizia tra due uomini, l’amicizia tra due 
			donne, l’amicizia di un uomo verso una donna, l’amicizia di una 
			donna verso un uomo.
L’innamoramento e la sessualità sono temi complessi da trattare 
			all’interno dell’istituzione scolastica e, soprattutto, nelle 
			classi. Lo specifico ambiente in cui emergono le discussioni sulle 
			relazioni di coppia è la comitiva e non la classe. L’estraneità 
			della scuola ai processi di innamoramento rende difficile la 
			costruzione al suo interno di processi di educazione all’affettività 
			ed alla sessualità, temi verso i quali i giovani sono invece 
			naturalmente attratti. Il percorso cognitivo alla conoscenza della 
			sessualità può essere organizzato, accompagnandolo alle tradizionali 
			lezioni sulla anatomia e sulla fisiologia delle sessualità, 
			attraverso la discussione sul significato delle forme di sessualità 
			e sulle differenze e complementarità della sessualità nei due 
			diversi sessi distinguendo tra atto sessuale, rapporto sessuale e 
			rapporto amoroso descrivendone le diverse proprietà. Le affinità nel 
			rapporto amoroso (sentimenti e valori, sensibilità e apertura 
			empatica al vissuto dell'altro) sono la base per procedere ad una 
			educazione al rapporto di coppia ed all’innamoramento. I principali 
			tipi di affinità che si incontrano nelle relazioni di coppia sono 
			l’integrazione, la disponibilità reciproca, la dialogicità, il 
			riconoscimento, l’incontro, la mediazione e la complementarità. La 
			discussione sulle affinità consente di comprendere il significato 
			della simpatia interpersonale e le precedenti articolazioni sono una 
			traccia che orienta alla comprensione dei diversi modelli di 
			equilibrio relazionale all’interno della coppia. L’educazione 
			all’innamoramento nell’ottica delle affinità piuttosto che di 
			reciprocità nel femminile e maschile conduce allo studio del 
			processo innamorante nei suoi 5 gradi: 1) attrazione, 2) simpatia, 
			3) interesse, 4)infatuazione, 5)innamoramento.
		
		Progetto indice di ingiustizia
L’assegnazione 
		dei voti scolastici, se fatta 
		con criteri  
		personali e arbitrari stabiliti dagli insegnanti in modo non 
		trasparente, può generare sospetti di ingiustizia da parte degli 
		studenti. Sarebbe opportuno che 
		i criteri utilizzati  
		per far corrispondere il voto assegnato 
		all’esito della prova, non restino strumenti a disposizione 
		esclusivamente  del 
		singolo  docente 
		ma  vengano condivisi 
		con i Dirigenti Scolastici.
In questo modo 
		la valutazione  non è più 
		monopolio  dell’insegnante 
		ma diventa uno strumento  in 
		cui il Dirigente Scolastico, attraverso una obiettiva formula 
		matematica (e pertanto imparziale), sovraintende al processo 
		didattico allo scopo di instaurare un vero e proprio confronto 
		tra i diversi attori protagonisti. 
Questa fase 
		avverrà attraverso la mediazione ed il supporto dello staff di counselor 
		che  fornirà una 
		rielaborazione dei dati ottenuti facendosi promotore di una diversa 
		approccio comunicativo e didattico che 
		vada a riequilibrare quelle dinamiche di 
		insegnamento/apprendimento che hanno prodotto macroscopici errori di 
		valutazione.
L’importanza di 
		questo progetto risiede nel fatto che il momento della valutazione, 
		quando è  compiuta in modo 
		corretto  da parte del 
		docente, coinvolge direttamente 
		lo studente stesso,  
		innescando in lui autoconsapevolezza, capacità di autovalutazione, 
		responsabilizzazione.
In questo modo 
		lo studente conosce un autentico momento di crescita e il rapporto 
		professore-alunno diventa momento di confronto, di discussione 
		costruttiva, di circolarità di opinion,i dando adito allo sviluppo del 
		concetto di reciprocità di educazione 
		promosso da Prepos.
L’intervento 
		dello staff Prepos non si limita a rilevare dati e ad esporre i 
		risultati  ottenuti dallo 
		strumento matematico, ma fornisce consulenza, 
		spiegazioni e strumenti pratici 
		al singolo docente che ne faccia richiesta, concludendo 
		l’attività con una breve illustrazione 
		delle metodologie  
		più opportune  individuate 
		per risolvere le problematiche emerse.
		
		
		
		Muovendosi 
		dall’assunto che tutte le classi sono diverse, dal punto di vista della 
		loro storia, del clima di rapporti interno, del profitto e della 
		coesione tra persone ha preso l’avvio la prima ricerca sulla personalità 
		collettiva di classe che ha condotto alla costruzione di una tipologia 
		di ben 15 tipi di classe, alle quali sono state attribuite designazioni 
		il linea con i diversi punteggi ottenuti dagli indicatori applicati alla 
		ricerca. I termini hanno una valenza negativa perché rappresentano 
		classi con punteggi estremi sugli assi. La classe costruttiva è invece 
		una classe che presenta ben bilanciate le diverse caratteristiche 
		assumendo così nel grafo una forma tendenzialmente circolare, indicativa 
		di un buon equilibrio.
		
| 
				1 | 
				
				CLASSE RIGIDA | 
| 
				2 | 
				
				CLASSE OSTINATA | 
| 
				3 | 
				
				CLASSE AGITATA | 
| 
				4 | 
				
				CLASSE IMPAZIENTE | 
| 
				5 | 
				
				CLASSE DIVISA | 
| 
				6 | 
				
				CLASSE INDIPENDENTE | 
| 
				7 | 
				
				CLASSE SCANZONATA | 
| 
				8 | 
				
				CLASSE INCONCLUDENTE | 
| 
				9 | 
				
				CLASSE DEMOTIVATA | 
| 
				10 | 
				
				CLASSE SPENTA | 
| 
				11 | 
				
				CLASSE RASSEGNATA | 
| 
				12 | 
				
				CLASSE OPPRESSA | 
| 
				13 | 
				
				CLASSE AFFIATATA  | 
| 
				14 | 
				
				CLASSE PARTECIPATIVA | 
| 
				15 | 
				CLASSE COSTRUTTIVA | 
I principali 
		indicatori per l'analisi della personalità collettiva di una classe:
		
		·        
		
		
		STORIA DELLA CLASSE (e del suo nucleo storico: bocciati e ripetenti)
		
		·        
		
		
		PROFITTO
		
		·        
		
		
		UNITA’ DELLA CLASSE
		
		·        
		
		
		INDICE DI RELAZIONALITA’ DELLA CLASSE
		
		·        
		
		
		SOTTOGRUPPI
		
		·        
		
		
		GEOGRAFIA DELLA CLASSE (disposizione dei sottogruppi)
		
		·        
		
		
		STRUTTURA (leader dominati, partecipativi, gregari attivi, passivi, non 
		integrati introversi,   
		estroversi)
		
		·        
		
		
		MOBILITA’ INTERNA (spostamenti nei banchi)
		
		·        
		
		
		LE ASSENZE
		La raccolta dei 
		dati da origine ad un "grafo di classe". L’insieme di questi dati e 
		delle tipologie a cui danno origine viene presentato in forma 
		semplificata attraverso 4 tipologie essenziali, descritte dalle tre 
		frecce che indicano la prevalenza di un modello rispetto ad un altro. 
		La dinamica di 
		cambiamento, di crescita o di involuzione, che viene descritta 
		attraverso tre tipologie di classe negativa ed una positiva, introduce 
		il concetto di processo di formazione della classe. Ove non venga svolto 
		alcun intervento orientativo è molto probabile che il gruppo classe si 
		sfaldi dando origine ad una classe fallita, o amorfa o conflittuale, ove 
		l'intervento sia efficace si ha una classe costruttiva. Nel grafo di 
		classe possono essere lette 
		
		le prevalenze e, a seconda di queste, l’educatore può scegliere 
		l’intervento più opportuno. Se il grafo si presenta armonico e pressoché 
		circolare la classe è da considerarsi costruttiva. Di seguito saranno 
		brevemente descritti i modelli di tali classi ed indicati gli interventi 
		educativi proposti negli schemi del
		cooperative learning. 
		Un terzo concetto 
		assume rilevanza nell’ottica della distinzione tra tipologie di classe: 
		la comunicazione didattica, le metodologie di organizzazione interna dei 
		sottogruppi in cui dividere la classe e le strategie di lavoro possono 
		essere orientate allo specifico lavoro su una classe a seconda del tipo 
		di classe a cui si è di fronte. Esse assumono anche diverse prevalenze
		a seconda dei settori disciplinari
		insegnati e, di contro, i settori disciplinari possono essere 
		vettori di modelli di comunicazione di apprendimento funzionali alla 
		soluzione dei problemi in ogni particolare tipo di classe.
		
		L'insegnante 
		dovrà usare diversi metodi di conduzione della lezione e di relazione 
		con il gruppo,  a seconda 
		del contesto in cui opera, per situare correttamente il processo di 
		apprendimento che vuol stimolare, applicando il concetto di area 
		prossimale alle strutture dei gruppi. Lungo gli assi delle tre frecce, 
		che individuano la classe conflittuale, la classe amorfa e la classe 
		fallita, possono essere rintracciate le strutture di azione e di 
		rapporti  competitiva, 
		individualista, o collaborativa. L’espressione “collaborativa”, usata in 
		sociologia dell’organizzazione e impiegata nelle analisi della struttura 
		delle classi, può risultare poco chiara nel descrivere una tipologia di 
		classe “critica” per eccesso di 
		accorpamento interno, di coalizioni tra persone che la rendono 
		“ingessata” ed eccessivamente compatta, incapace di dinamiche di 
		cambiamento e di evoluzione.
Il concetto di 
		struttura collaborativa a cui ci riferiamo è quello che si attua in una 
		classe costruttiva e che consente sia la divisione dei compiti tipica 
		del lavoro di gruppo, sia la relazionalità del gruppo di incontro sia le 
		strategie del gruppo di formazione.
Le diverse 
		tipologie di classe si presentano secondo le seguenti modalità che ne 
		consentono il riconoscimento percettivo (anche senza il completo 
		utilizzo del questionario di personalità collettiva di classe) e che 
		impegnano in un particolare tipo di intervento per ciascuna.
		
		Classe fallita 
		 
E’ una classe 
		statica con un debole nucleo di relazioni significative tra gli 
		studenti. Gli studenti sono consapevoli della loro scarsa capacità di 
		fare gruppo ma sono disinteressati a rimettere in moto la classe. 
- BASSO INDICE 
		DI RELAZIONALITA’
- SCARSA 
		AUTOSTIMA
- VI SONO 
		ESPRESSIONI DI INDIVIDUALISMO
- ESISTONO 
		COALIZIONI INTERNE ALLA CLASSE CHE 
- NON CI SONO 
		STATE OCCASIONI DI ANIMAZIONE E DI INCONTRO 
- IL RENDIMENTO 
		E’ MEDIO BASSO
Il fallimento 
		deriva da oppressione (l’affiatamento 
		interno è sfociato in qualche coalizione stabile con presenza di 
		ideologie o atteggiamenti autoritari 
		che la classe subisce) o da spegnimento di motivazione (la classe 
		si è consumata in ripetuti tentativi di attivarsi costruttivamente e non 
		è stata capita ed aiutata). Il 
		learning together è un buon metodo da applicarsi in tale classe 
		perché è basato su una forte collaborazione tra i membri del gruppo 
		classe. Le principali caratteristiche del
		Learning Together sono:
		- gli 
		insegnanti non hanno un programma o un piano di lavoro “prefabbricato” 
		ma utilizzano variabili multiple da modulare diversamente nel tempo al 
		fine di  differenziare e 
		perseguire risultati non individualistici o competitivi. Applicano 
		metodi flessibile di apprendimento e riorganizzano l’assetto della 
		classe modificando le posizioni nei banchi al fine di favorire 
		l’isolamento dei possibili “oppressori”.
Per far ciò 
		occorre ricordare che le posizioni della fila centrale sono quelle che 
		sono maggiormente sotto controllo, sono mediamente sotto controllo gli 
		ultimi banchi delle file laterali e meno sotto controllo quelle dei 
		bachi laterali anche nelle prime file. Riorganizzare la struttura 
		significa liberare (primi banchi file laterali) i soggetti che sono 
		stati inibiti nel tempo e concentrare l’attenzione sui più strutturati 
		(mettendoli nella prima fila centrale). Per aumentare l’autostima si 
		possono trasferire su cartelloni i risultati di una ricerca per 
		appenderli all’interno o all’esterno della classe a seconda della 
		loro qualità.
Punti 
		fondamentali  del
		Learning Together:
		- L’interdipendenza positiva: 
		può essere raggiunta attraverso obiettivi comuni, divisione del lavoro e 
		lavoro cooperativo. Stimola coloro che hanno una bassa autostima di sé, 
		che hanno paura di sbagliare o di essere criticati 
		 
		- L’interazione faccia a faccia: 
		l’incoraggiamento e la collaborazione reciproca per raggiungere 
		obiettivi condivisi e comuni come l’interscambio verbale e non verbale 
		tra studenti sollecita le qualità positive
		- L’insegnamento diretto, l’uso delle 
		abilità interpersonali, la formazione di piccoli gruppi eterogenei: 
		la qualità della comunicazione all’interno del gruppo è l’elemento 
		fondamentale per lo sviluppo di ogni competenza.
		- La revisione del lavoro svolto e 
		valutazione individuale e di gruppo: 
		per il verificarsi di quanto sopra il gruppo ha bisogno di un continuo e 
		costante controllo del proprio comportamento, durante lo svolgersi del 
		compito (monitoring) oppure terminata l’attività (processing).
		
		Un modello di lavoro particolarmente 
		efficace per la classe fallita è il
		circle time, che si ispira al 
		lavoro di Gordon, il tempo del cerchio: un momento in cui la classe 
		diventa gruppo di discussione e di condivisione. Le tecniche sviluppate 
		da Gordon consentono agli insegnanti di “distinguere fra i problemi 
		degli studenti, individuando quelli che disturbano veramente l’operato 
		degli insegnanti, a inviare messaggi congruenti, ad ascoltare in modo 
		attivo e riflessivo, a risolvere i problemi con il negoziato. Al
		circle time si possono 
		affiancare metodi e tecniche relativi alla relazione insegnante-allievo 
		(comunicazione efficace, ascolto attivo, confronto, controversia senza 
		perdenti, ecc..) ed allo sviluppo della affettività, corporeità e 
		fantasia (educazione psicoemotiva e corporea, contatto con sé stessi, 
		con l’ambiente , con gli altri, immaginazione). La realizzazione del
		circle time in ogni tipo di 
		classe non è però possibile: in primo luogo in classi molto numerose è 
		difficile l’innesco del momento di gruppo senza che qualcuno ne resti 
		escluso o si autoescluda; in altre classi (amorfe o conflittuali) le 
		relazioni già strutturate al loro interno sono di difficile 
		modificazione con il semplice utilizzo del tempo del cerchio. 
		In alcune non è più possibile, in altre è prematuro rispetto al 
		loro ciclo di vita. Sicuramente non è mai inutile come tentativo di 
		riorganizzazione dei rapporti interni, il fatto però che tale tentativo 
		di incontro abortisca sul nascere può essere vissuto da giovani come un 
		ulteriore fallimento.
		La classe amorfa 
		Viene 
		complessivamente definita amorfa una classe che irrita e delude perché 
		non riesce ad esprimere una precisa identità. In tal classe le relazioni 
		sono insoddisfacenti e non conducono la classe a prendere forma (spesso 
		si presentano così le classi prime). La classe ha modificazioni 
		repentine di atteggiamento da un'ora a quella successiva e da un 
		insegnante e l'altro. I docenti esprimono opinioni differenti sulla 
		classe
- RELAZIONE 
		INTERPERSONALI BASSE
- RENDIMENTO 
		MEDIO  SENZA FORTI 
		INSUFFICIENZE
- MOBILITA’ 
		ELEVATA
- SCARSO SENSO 
		DEL GRUPPO E BASSA IDENTITA’
La classe può 
		essere descritta come amorfa anche quando è esito di disimpegno e 
		superficialità o indifferenza 
		(demotivata e inconcludente).
		Nello Student Team Learning 
		appaiono due elementi essenziali 
		da attivare in una struttura di classe amorfa:
1)
		la struttura didattica del 
		compito ossia tutte le varie modalità di insegnamento che un 
		insegnante può scegliere per svolgere la sua attività
2)
		la struttura incentivante 
		dello studente, ossia gli strumenti che l’insegnante può utilizzare per 
		stimolare o attivare la motivazione degli studenti (per es. voti, 
		richiami, feedback).
Il lavoro deve 
		essere organizzato attraverso:
- attività che 
		stimolano alla partecipazione e al confronto individuale e di gruppo: 
		gare sportive e competitive con altre classi, precedute però da riunioni 
		di gruppo che rafforzano la classe nell’impegno 
		ed anche nella eventuale sconfitta. 
- competizioni 
		su argomenti di ricerca e di lavoro che possono promuovere processi di 
		incoraggiamento purché i confronti non siano centrati sulle materie di 
		valutazione scolastica.
- ricompense di 
		gruppo attraverso il riconoscimento pubblico di un risultato. Lodi, 
		benefici, comunicazioni frequenti ai genitori sul comportamento e 
		sull’apprendimento dello studente, espresso sia 
		individualmente che all’interno del suo gruppo
- 
		responsabilizzazione individuale finalizzata al successo del gruppo. Il 
		successo dipende dal livello di apprendimento di ognuno, l’aiuto 
		reciproco è indispensabile per il buon esito, 
		tutti debbono essere preparati su uno specifico compito per 
		giungere ad un buon risultato collettivo.
- stessa 
		opportunità di successo è una particolare condizione di uguaglianza che 
		si ricrea nei sottogruppi. 
Lo
		Student Team Learning 
		 ha 4 componenti fondamentali:
a) il 
		comportamento cooperativo: nel lavoro di gruppo i membri devono 
		interagire e comunicare, scambiarsi informazioni, aiutarsi e coordinare 
		gli sforzi per facilitare il conseguimento degli scopi comuni al gruppo.
b) la struttura 
		incentivante cooperativa: la struttura incentivante cooperativa pone 
		ogni membro in una situazione d’insieme nella quale il suo sforzo va a 
		vantaggio degli altri e la ricompensa è frutto sia individuale che 
		collettivo.
c) la struttura 
		collaborativa di compito: un compito è una struttura cooperativa quando 
		richiede l’aiuto e la collaborazione di altre persone per essere portato 
		a termine, ad es. in uno spettacolo teatrale varietà di compiti.
d) i motivi di 
		cooperazione: l’azione collettiva è motivata dal desiderio di soddisfare 
		dei bisogni personali come  
		vincere,  conseguire un 
		riconoscimento,  affermare 
		se stessi
È una classe 
		attiva che non orienta in senso positivo le sue energie. Se è divisa 
		rivolge il copnflitto verso se stessa, se è affiatata diventa ribelle 
		verso i docenti. Le principali cartteristiche sono:
- MOLTE 
		INSUFFICIENZE
- SCARSA 
		VALORIZZAZIONE DELLE PERSONE
La divisione può 
		essere determinata da sottogruppi o da accorpamenti di classi (in questo 
		caso la mobilità dei banchi è bassa e il numero delle relazioni 
		interpersonali medio). La ribellione e la agitazione interna possono 
		nascere dal sentirsi minacciati (atteggiamenti provocatori di alcuni 
		docenti) o dall'essere istigati (leader negativi che tiranneggiano la 
		classe)
Lo
		Structural Approach 
		si basa su quattro componenti fondamentali:
- Gli elementi: 
		per elemento si intende una qualunque attività compiuta in classe. Esso 
		è formato dal soggetto agente, dall’azione e dal destinatario
- Le strutture 
		organizzazione degli elementi forma le strutture. Secondo Kagan le 
		strutture si possono dividere in 6 categorie: costituzione del gruppo, 
		costruzione della classe, sviluppo della comunicazione, scambio di 
		informazioni, padronanza di conoscenze, padronanza di abilità cognitive.
- Le attività: 
		non tutto si può risolvere con la formazione del gruppo. E’ necessario 
		trovare attività che costruiscano quel gruppo che si vuole formare. Per 
		la costruzione del gruppo classe, a seconda delle necessità e degli 
		obiettivi principali, occorre che gli studenti si conoscano meglio; 
		arrivino ad un’identità di gruppo; provino la sensazione di un aiuto 
		vicendevole; valorizzano le differenze individuali; sviluppino la 
		collaborazione.
- La 
		progettazione: l’insegnante deve definire chiaramente l’obiettivo della 
		lezione; saper applicare le strutture e progettare le lezioni da 
		svolgere; modificare la struttura in itinere a seconda degli obiettivi 
		che si vogliono raggiungere.
		I punti chiave dello 
		Structural Approach
- L’interazione 
		simultanea viene preferita a quella sequenziale perché aumenta il numero 
		degli studenti attivamente coinvolti in un solo istante; a questo 
		proposito la classe viene divisa in 4 o 5 gruppi di possibilmente 4 
		persone
- L’uguaglianza 
		alla partecipazione permette di dare a tutti i membri del gruppo uguale 
		possibilità di partecipazione (in un piccolo gruppo è facile accorgersi 
		se ciò non accade)
- 
		L’interdipendenza positiva unisce i membri del gruppo per ottenere il 
		risultato prefisso e il successo di un membro contribuisce al successo 
		degli altri membri. Se si fa in modo che il successo di ognuno dipenda 
		dal successo di ogni altro, la motivazione a preoccuparsi dell’impegno 
		degli altri cresce
- La 
		responsabilità personale è indispensabile per raggiungere l’obiettivo 
		stabilito affinché ogni membro si senta partecipe dei risultati che 
		l’intero gruppo deve raggiungere.
		
		La classe 
		costruttiva è la classe ideale. A tal tipo di  
		classe 
		si riferiscono i programmi, le promozioni didattiche e gli indicatori di 
		valutazione. Tal tipo di classe non è però diffusa ma è il frutto raro 
		della positiva congiunzione tra la qualità personale degli studenti, con 
		un equilibrato bilanciamento delle diverse qualità e il lavoro educativo 
		riuscito degli insegnanti.
- BUON PROFITTO
- BUON CLIMA 
		RELAZIONALE E ALTO NUMERO DI RELAZIONI AMICALI
- CAPACITA’ DI 
		ESSERE GRUPPO
- POSSIBILITA’ 
		DI INTERVENTO EDUCATIVO CHE TRASFORMA IN VIRTU’ CONSAPEVOLI LE DIVERSE 
		MODALAZIONI DELLA PERSONALITA’ COLLETTIVA.
Il
		Group Investigation di 
		Sharon, Kussel, Hert-Lazarowists ed alt., si basa sull’insegnamento in 
		piccoli gruppi nei quali lo studente si autoregola nell’attività di 
		apprendimento e viene coinvolto attivamente nell’acquisizione del 
		proprio sapere attraverso la ricerca del personale bisogno conoscitivo 
		intrinseco. Il punto di partenza: l’organizzazione della
		ricerca conoscitiva la quale 
		parte dagli interrogativi che gli studenti esprimono o da ciò che per 
		loro suscita interesse, confronto, discussione e cresce mediante le 
		seguenti competenze interazionali.
Il compito 
		dell’insegnante è promuovere: un clima e un ambiente comunicativo. Le 
		competenze comunicative degli studenti e cioè: parlare in modo conciso, 
		ascoltare, riflettere, partecipare senza monopolizzare la discussione, 
		ricercare il consenso attraverso un’aperta discussione. La pausa di 
		riflessione sull’attività svolta per vedere come procede il lavoro, per 
		individuare le situazioni negative, valutare le abilità efficaci e 
		positive, finalizzare il lavoro e l’interazione
La
		motivazione intrinseca 
		fornisce le risorse per l’impegno, la continuità, il coinvolgimento e 
		l’orientamento delle azioni. Anche se la tradizionale
		motivazione estrinseca (per 
		es. il conseguimento di un premio) è molto più forte, quella intrinseca 
		punta all’interesse e alla gratificazione dell’azione stessa in sé da 
		cui ogni studente è spinto per soddisfare un suo bisogno interno messo 
		finalmente in luce.
Per la crescita 
		del group investigation sono 
		adatte attività come il giornalino (se gli articoli sono ricerche ed 
		elaborazioni di quesiti sorti all’interno del gruppo classe), la 
		fotografia e le attività manuali/pratiche di esperimenti. Sono meno 
		efficaci attività ludiche e teatrali. Queste ultime infatti aumentano 
		l’espressione e la fusionalità emotiva mentre il lavoro sulle classi 
		costruttive e amiche è incentrato sul metodo e sulla 
		responsabilizzazione operativa.
		
		Group investigation: 
		6 fasi
		1. La classe si organizza in gruppi 
		di ricerca sull’interesse per argomento
		2. Gli studenti collaborano per 
		portare avanti il progetto
		3. Gli studenti applicano i loro 
		piani
		4. Gli studenti pianificano la loro 
		presentazione
		5. I gruppi presentano i risultati 
		della loro ricerca agli altri gruppi
		6. Presentazione e apprendimento 
		individuale vengono valutati in collaborazione con l’insegnante
		
L’attività di 
		formazione dei docenti alla conduzione delle classi consiste in un corso 
		base di 48 ore di cui 24 tra lezioni teoriche e laboratori di gruppo 
		finalizzati alla comprensione della differenza tra modelli di gruppo di 
		incontro, di lavoro e di formazione 
		e 24 di intervento diretto su tre classi difficili (una per 
		tipologia) attuato con le metodologie di seguito indicate 
		
		
L’intervento 
		nelle classi può essere attuato attraverso professionisti esterni e/o in 
		collaborazione con i docenti delle classi. 
In ogni caso, 
		specialmente di fronte a classi divise e conflittuali o a classi 
		scanzonate ed amorfe, è preferibile che il primo intervento, nel momento 
		della somministrazione del questionario di classe (aperto o strutturato) 
		è preferibile che il primo intervento sia condotto senza la presenza 
		degli insegnanti della classe.
FASI 
		DELL’INTERVENTO
		
		
		
		1)     
		
		Somministrazione del questionario di classe in forma strutturata o 
		aperta (la prima soluzione è preferibile laddove si attui un intervento 
		generalizzato su tutte le classi al fine di una efficace comparazione 
		tra le loro caratteristiche, specie laddove esista una forma 
		differenziazione nel comportamento, nell’apprendimento e nel successo 
		scolastico tra le diverse classi). La somministrazione del questionario 
		(o il primo approccio non strutturato) richiede 2 ore, a cui si aggiunge 
		una terza per l’elaborazione dei dati e la diagnosi di personalità 
		collettiva)
		
		
		
		2)     
		
		Discussione della personalità di classe con i docenti e predisposizione 
		dell’intervento a seconda della tipologia di classe (1 ora)
		
		
		
		3)     
		
		Due 
		interventi di discussione e di orientamento sulle classi di un’ora 
		ciascuno.
		
		
		
		4)     
		
		Colloqui individuali di orientamento con gli alunni che manifestano 
		bisogni e problematiche di orientamento educativo ( 3 ore)                               
		Totale ore intervento per classe = 8