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LA SCENA RELAZIONALE – SINTESI

 

Il CONTATTO interpersonale può essere visivo (il più diffuso), uditivo, fisico, ecc. ed è Percezione della presenza altrui con innesco di empatia ovvero della sensazione che l’atro produce in noi sulla base di quanto egli sta vivendo. la sensazione ha diverse intensità sulla base della nostra personale apertura sensibile e sulla base dell’intensità emozionale vissuta dall’altro.

Il contatto determina un primo feedback. Ovvero l’altro si accorge di essere percepito ed emette, anche inconsapevolmente, un segnale che esprime la reciprocità del contatto. Anche questo segnale può essere già equivoco qualora uno, o ambedue, gli attori dissimulino di aver avvertito i contatti.

La sequenza minimale dei contatti è una brevissima scena  che può ripetersi in successione continua fino a che uno degli attori non interrompe la sequenza dei contatti. Non è ancora una vera e propria comunicazione poiché il contenuto non appare se non nella sua qualità emozionale empatizzata (che può però essere fraintesa anche in ragione dei processi difensivi che vengono messi in atto nella sequenza dei contatti: se la sequenza termina con una proiezione il soggetto attribuisce all’altro le sue personali emozioni e può accadere che “si faccia dei film”, se gli attori scelgono una dissimulazione dell’emozione determinata dal contatto può aver luogo una negazione (far finta di nulla e non prestare alcuna attenzione al vissuto altrui e proprio) oppure una scissione (sospendere il contatto e spostarsi mentalmente altrove per vedere cosa succede senza impegnarsi ulteriormente nel contatto). Le sequenze dei contatti possono essere anche numerose e dar vita a sistemi ripetitivi come nello schema indicato in cui la sequenza è lasciata aperta e implicitamente o esplicitamente negata, scissa o proiettata. Il contatto è già un processo relazionale ma è incompiuto laddove non giunga ad una sua forma esplicita di conferma o di introiezione o di associazione al vissuto condiviso. La conferma, l’introiezione e la associazione sono chiusure condivise della scena del contatto.  

Conferma si ha quando A chiude la scena con un assenso all’altro; Introiezione quando A fa sua la forma di contatto che B trasmette; Associazione quando sia A che B individuano una scena di contatto diversa ma condivisa da ambedue.

Facciamo un esempio di contatto oculare su una situazione sociale come quella di un autobus di linea.

A incontra lo sguardo di B, B si accorge dello sguardo di A e lo ricambia senza comprenderne il contenuto, A guarda nuovamente con maggior insistenza B, B riconosce di essere guardato da A, che aumenta l’insistenza….

SEQUENZA NON CHIUSA: B abbassa gli occhi e non guarda più A. B può abbassare gli occhi per 1) proiezione = questo vuole qualcosa da me ma io non mi voglio coinvolgere in nulla perché sicuramente mi troverò a disagio; 2) negazione = questo sguardo mi importuna ed è meglio far finta di nulla come se non ci fosse stato; 3) scissione = faccio finta di non essermi accorto che mi guarda e aspetto quel che succede anche perché probabilmente mi sbaglio e sta guardando qualcun altro alle mie spalle e se mi metto in gioco faccio una brutta figura.

 

 

 

SEQUENZA CHIUSA: B ricambia ancora una volta lo sguardo di A e chiude la sequenza con 1) conferma = si apre in un sorriso o in un gesto di cortesia interrogativo per trasformare gli sguardi in comunicazione; 2) introiezione = intuisce che A sta implicitamente lamentandosi o commentando la situazione che li circonda sull’autobus (il ritardo, la confusione dei ragazzini che vanno a scuola, le chiacchiere di altri passeggeri,…; 3) associazione = sia A che B capiscono di avere in comune qualcosa (la busta della agenzia dell’Entrate che hanno in mano poiché devono presentarsi nello stesso ufficio; il bag di un convegno a cui ambedue partecipano; la stessa cravatta; la stessa rivista tra le mani; avvertono di conoscersi di vista perché abitano lo stesso condominio; ecc…).

Solo nel caso della sequenza chiusa può innescarsi un processo di comunicazione altrimenti è necessario che riparta una successiva sequenza di contatto, magari verbale (A sospira e dice ad alta voce “Non se ne può più di questi ritardi!”), o fisica (A tocca sulla spalla B per farlo rivolgere a se e, scusandosi, chiede :”Scende anche lei alla prossima?”).

 

La COMUNICAZIONE infatti inizia con un contenuto veicolato tra gli attori ed è essa stessa attuata attraverso le sequenze. Naturalmente la comunicazione ha bisogno di codici comune per funzionare (linguaggio, regole condivise, atteggiamenti comprensibili, posture accettabili, modi di fare consoni all’ambiente, ecc.) e buona parte delle iniziali comunicazioni sono incentrate sulla condivisione di tali codici per tarare la sintonia tra i partecipanti.

L’errore comunicativo implica il “fare brutta figura” (o “perdere la faccia” come significativamente si esprime Goffman a questo riguardo) ed è per questo che ciascuna unità comunicativa ha una implica tura con la possibile successiva risposta da parte dell’altro. Se la comunicazione e il contenuto espresso da A è fuori linea rispetto alle aspettative di B (troppo autoritario, troppo incisivo, troppo snob, troppo audace o addirittura volgare, troppo insipido, troppo dimesso o troppo confidenziale), A fa una brutta figura e B percepisce la brutta figura di A e vive il disagio di una situazione imbarazzante. Per questo motivo la comunicazione vive generalmente ad ondate o cicli in cui le persone ispezionano volta per volta stili e argomenti di comunicazione. I diverso processi ad ondate assomigliano, come forma, alla catena dei contatti ma, diversamente dai contatti hanno un contenuto esplicitato verbalmente. Anche in questo caso le diverse triplette (A - B – A) debbono concludersi con conferme, introiezioni e associazioni per consentire di proseguire i diversi cicli conversazionali.

Nello schema sono individuate sia sequenze di contatti che di processi comunicativi espliciti con la caratteristica di essere legati tra di loro da un cerchio che rappresenta la chiusura positiva di ciascuna sequenza; non è detto che, ove ci sia una sospensione prodotta da una sequenza che termina con un processo negativo non si possa riprendere la trama di contatti e conversazione ma ciò implica la rimozione o il superamento del fraintendimento.

Infatti ove una sequenza termini con una scissione gli attori vivono una delusione relazionale, ove termini con un proiezione si sentono in colpa per aver osato troppo, ove termini con una negazione si sentono abbandonati nel vuoto relazionale e comunicativo.

 

La RELAZIONE  è la matrice che contiene sia i contatti che le comunicazioni. L’insieme delle sequenze contenute nell’ultimo disegno è la rappresentazione di una relazione strutturata che si manifesta come una scena relazionale completa. Per analogia con i processi fisiologici dei bioritmi postuliamo la durata della scena relazionale nei canonici 90 minuti, anche in sintonia con la curva dell’attenzione e dello stress, e possiamo discutere di come le singole scene relazionali contribuiscano a far evolvere o ad interrompere o a corrompere un ciclo relazionale di varia durata.

Ciascun incontro relazionale conferma ed accresce la densità della relazione oppure la mette in discussione e la degrada. La principale caratteristica di una relazione che evolve è quella di avere una chiara definizione, meglio se verbalmente espressa: “Abbiamo vissuto un bel momento!... E’ stato davvero un piacere!... Che bella esperienza!...” In tal modo la scena relazione si conclude con il segno + e si somma ad altre scene relazionali che caratterizzano quel tipo di relazione.

Naturalmente i processi di conferma sono quasi sempre impliciti, a partire dai primi contatti. L’empatizzazione del vissuto altrui conduce gli attori in diverse direzioni: l’empatia si trasforma in simpatia quando cogliamo nel vissuto altrui una affinità con il nostro vissuto e siamo quindi rivolti a quella persona e a quella relazione con quella persona con un esplicito interesse; l’empatia si trasforma in antipatia quando cogliamo una opposizione nel vissuto altrui rispetto al nostro vissuto e siamo portati o a confliggere o a ritirarci dalla scena; l’empatia si trasforma in apatia quando il vissuto altrui non ci comunica alcun sapore relazionale condivisibile e lasciamo cadere la relazione per disinteresse.

Questo processo può avvenire fin dal primo contatto o dalla prima apertura comunicativa oppure manifestarsi come momento critico nel corso dell’esplorazione relazionale con l’altro.

Torneremo sul concetto di durata della scena relazionale per comprendere che, solo laddove una scena abbia la sufficiente durata, l’unità relazionale può dirsi compiuta. La teoria relazione infatti verte sulla discussione delle relazioni compiute e non sui contatti relazionali o sulle comunicazioni relazionali. La relazione è compiuta quando è stata prodotta “sostanza” relazionale, quando cioè le onde cerebrali sintoniche tra gli attori della relazione hanno prodotto “massa” relazionale con le sue qualità sostanziali diverse. La visibilità di tale sostanze è data dal clima relazionale ovvero dallo spirito presente in ciascuna relazione.

La chiusura relazionale negativa regressiva verso stadi primitivi presenta i seguenti climi e sostanze relazionali:

aspro e timoroso (comando, dominio, oppressione)

acceso e agitato (contrapposizione, prepotenza, insofferenza

disorientante (confusione, rivalità , derisione)

pesante (angoscia, logoramento, depravazione)

avvilente (abulia, evitamento, indolenza)

penoso (lamentazione, fastidio, sospetto)

estenuante (dipendenza, imbroglio, malizia)

                                                                             

La chiusura relazionale positiva verso processi di evoluzione relazionale presenta i seguenti climi:

equilibrio (collaborazione, precisione, organizzazione)

concentrazione (impegno, giustizia, protezione)

chiarezza (intuizione, sintonia, trasparenza)

gioia (magia del presente, spensieratezza, ilarità)

incantamento (pace, accordo, estasi

sostegno (solidarietà, orientamento, fiducia)

appagamento (affiatamento, coesione, unità)

 

Vincenzo Masini

 

 

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