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 Produttività Ricerca Empowerment Organizzazione Selezione

 ASL valdarno- DIPARTIMENTO DIPENDENZE

Durata massima dei progetto: 12 Mesi

 

Descrizione dei progetto

Il processo di integrazione territoriale che si vuol costituire non intende costruire o organizzare altri luoghi, strutture, centri con aggravio di spese per attrezzature, computer e quant’altro nella convinzione, peraltro perseguita da PREVENIRE E’ POSSIBILE in tutto il territorio nazionale che i fondi della lotta alla droga servano per gli intervento sulle persone, sulle famiglie e sui contesti sociali piuttosto che per spese, spesso inutili, per attrezzature, computer e servizi vari.

La prima modalità di lavoro del progetto sarà quella di incontrare far incontrare educatori, insegnanti e genitori e fornire strumenti innovativi per la comprensione del disagio dei giovani e per la predisposizione di itinerari educativi.

Luoghi di partenza per l’intervento sono le scuole, le parrocchie, le sedi di associazioni e le sedi comunali che verranno richieste all’uopo per l’organizzazione di consultori volanti e di incontri di gruppo.

 

INNOVATIVITA’

Il gruppo di incontro

Il Progetto Prevenire è Possibile è stato costruito nell'ipotesi di trasferirie nella scuola alcuni elementi tratti dall'esperienza delle comunità educative ed ha mosso i suoi primi passi in un periodo in cui la parola prevenzione era ancora poco definita e priva di connotazioni. Il centro motore del lavoro è la struttura del gruppo di incontro la cui caratteristica è quella di essere più disomogeneo possibile. Nei contesti scolastici  ciò si è realizzato con gli studenti in difficoltà e provenienti da varie classi, a cui si sono aggiunti  alcuni docenti particolarmente motivati verso la vocazione educativa con il  ruolo  di agevolatori delle relazioni .

Attraverso il gruppo di incontro si innescano occasioni di rapporto interpersonale dotati di trasmissione e condivisione di sentimenti e di ascolto reciproco  dei vissuti altrui e di accertamento della presenza altrui nella relazione.

L’educatore che abbia vissuto un’esperienza di gruppo di incontro entra in possesso di una lente di ingrandimento con cui riesce a leggere, vivere, gustare e far gustare con maggiore pienezza i diversi momenti di gruppo di incontro normalmente presenti nella vita di tutti i giorni. Solo chi è riuscito a  riconoscere le caratteristiche peculiari del gruppo di incontro è in grado di offrire agli altri occasioni per sperimentare, allargare e approfondire tali occasioni.

Il conduttore dei gruppi di incontro è quindi un facilitatore del passaggio della corrente gruppale da un individuo all’altro. I suoi compiti sono quelli di ridurre al minimo gli interventi e di rendere il più possibile fluida la comunicazione con la consapevolezza che ciò che davvero conta sono i sentimenti vissuti nel gruppo dalle persone che lo compongono, fa gustare le simpatie e le antipatie, il confronto, l’emersione delle affinità e differenze, il raccontare la vita fino a scoprire la comune umanità di tutti i partecipanti.

Il gruppo di incontro ha come obiettivo quello di vivere e respirare l’aria del gruppo e di arricchirsi del vissuto altrui. Non è un gruppo che accende  e promuove qualche obiettivo da raggiungere, né un gruppo dove si apprendono concetti. E’ un gruppo dove si disimpara a chiudersi dentro le proprie difese e dove si spengono le proprie tensioni. Nel gruppo di incontro emergono le motivazione all’affiliazione ed  all’accoglienza.

L’educazione alla capacità di stare nei gruppi deve tener conto delle personalità collettive di gruppo che si incontrano. Le richieste di formazione avanzata per il lavoro nei gruppi hanno proposto a Prevenire è Possibile la necessità di organizzare una formazione articolata, per stadi, che partendo dal gruppo di incontro porga strumenti e filosofie di animazione e di formazione a seconda degli ambiti gruppali: ci sono i momenti e le riunioni di lavoro e animazione, ci sono i momenti di formazione e apprendimento, ci sono i momenti di empatia e di incontro tra persone.

I gruppi d’incontro di tipo pedagogico hanno la sola funzione di mettere in relazione le persone tra di loro affinché si riconoscano reciprocamente come individui aperti alla relazionalità.

Il clima è lo strumento indispensabile per questo lavoro poiché favorisce il reciproco ascolto empatico e consente la verbalizzazione dei vissuti sperimentati.

I gruppi di incontro proprio perché innescano la ripresa di quell'artigianato educativo divenuto la bandiera del progetto Prevenire è Possibile, sono stati e sono il principale ambito.

Il problema di fondo della partecipazione ai gruppi  riguarda in generale tutti i giovani che necessitano di educazione alla relazionalità e in particolare gli alunni che presentano particolari difficoltà di  inserimento nel contesto della scuola per specifici deficit di sviluppo e/o di apprendimento, per disagi personali, esistenziali, economici e sociali, per propensione all'abbandono scolastico, in sintesi tutti i soggetti coinvolti in qualche modo nel  cosiddetto "problema del disadattamento scolastico".

Dal punto di vista dell'attività educativa il gruppo di incontro si  muove invece nella consapevolezza che l'area della relazionalità sia comunque efficace per tutti i giovani che in essa possono apprendere e modificare tratti di comportamento di disagio o a rischio o già carichi di problematicità.  E' ben chiaro che il gruppo ha diverse contestualizzazioni e strumenti nel caso sia rivolto alla prevenzione primaria, secondaria o terziaria,  e cioè:

1) preventiva : intervenire  in modo adeguato per impedire lo svilupparsi negativo di situazioni personali di disagio che in qualche modo riguardano tutti gli alunni e per alcuni in grado più accentuato;

2) educativa : per una scuola in grado di dare un'istruzione  ma anche  di essere una scuola di  promozione della personalità dell'alunno;

3) rieducativa o di recupero : per tutti coloro che hanno bisogno di essere recuperati nelle loro deficienze di educazione e di apprendimento e quindi hanno esigenza di interventi e di tecniche specializzate.

 

PROGETTO FAMIGLIA

Il progetto è rivolto a  genitori della scuola a cui vengono rivolte 4 lezioni conferenze (una al mese) sui temi di seguito indicati e che partecipano a otto unità di  gruppi di incontro (quindicinali) finalizzati alla discussione tra padri e madri ed alla ricerca del miglioramento del rapporto verso i figli a secondo delle loro caratteristiche ed esigenze. I temi dei gruppi saranno quelli affrontati nelle conferenze.

TEMI

1)     Analisi delle tipologie famigliari (la famiglia effusiva, la famiglia difensiva, la famiglia comunicativa, la famiglia iperprotettiva, la famiglia affettiva, la famiglia oppressiva) e modelli di intervento sulle diverse tipologie. La conciliazione e le tipologie famigliari. Mediatore e paciere. Le relazioni interne alle famiglie, le routine e i conflitti sulle scelte

2)     Educazione coppia genitoriale. La storia di vita della coppia e le necessità educativa a seconda dell'età dei figli. La modulazione dei rapporti di coppia nell'età evolutiva. I percorsi di superamento delle crisi della coppia.

3)     Lo sviluppo delle relazioni di  maternità e di paternità. La donna materna e il maschio paterno. Gli ostacoli nella sfera materna: l'ansia, l'perprotezione, l'eccesso di distacco, il compiacimento acritico, l'attaccamento dipendente,  l'indolenza, la rassegnazione. Gli ostacoli nella sfera paterna:  l'angoscia, l'assenza, la presunzione, la condiscendenza, il dubbio,  l'iperprotezione, l'identificazione. La costruzione di momenti di gruppo di incontro all'interno della famiglia

4)     La modulazione della comunicazione educativa con i figli

RIMPROVERO INCORAGGIAMENTO, INSEGNAMENTO, COINVOLGIMENTO EMOTIVO, TRANQUILLIZZAZIONE SOSTEGNO, GRATIFICAZIONE

Le diverse modalità vengono spiegate dopo la analisi dei bisogni educativi dei ragazzi o dei bambini in ordine alla loro età ed al loro sviluppo cognitivo e affettivo, anche attraverso le Schede di Osservazione dell'Artigianato Educativo.

Esercizi di Role Playing in gruppo

5)  I processi di crescita della paternità e delle maternità attraverso la individuazione dei bisogni educativi dei figli:

Brontolo ha bisogno di un padre paziente e una madre generosa

Eolo ha bisogno di un padre umile e di una madre paziente

Dotto ha bisogno di un padre affettuoso e di una madre umile

Gongolo ha bisogno di un padre saggio e di una madre affettuosa

Pisolo ha bisogno di un padre energico e di una madre saggia

Mammolo ha bisogno di un padre creativo e di una madre energica

Cucciolo ha bisogno di un padre generoso e di una madre creativa

Esercizi di Role Playing in gruppo

 

 

2INTERVENTI DI FORMAZIONE PER LE FAMIGLIE

Le necessità di adeguare ai problemi attuali le capacità educative dei genitori ha portato ad accendere esperienze di scuole genitori, di conferenze, dibattiti e gruppi con i genitori. Per trasmettere alle famiglie il significato del gruppo del gruppo di incontro è però necessario che dal gruppo di genitori si arrivi al gruppo di persone.  Anche i genitori debbono abbandonare il loro ruolo nel gruppo e pervenire alla chiarificazione di fare gruppo per i loro figli e non sui figli. Migliorarsi come persone produce l’effetto di riuscire a intervenire come educatori di giovani piuttosto che di genitori concentrati sui problemi dei loro figli. Il gruppo di incontro spesso porta alla luce l’atteggiamento educativo sbagliato di chi, in qualità di genitore, tende esclusivamente a contenere, controllare e manipolare i comportamenti dei suoi figli e non si preoccupa di trasmettere i valori che possiede e che possono emergere nel gruppo di incontro. Tali genitori tendono inoltre a considerare esclusivamente il problema particolare con i propri figli; riuscire a mobilitare la loro attenzione sui figli di altri e sui  giovani in generale, diminuisce le tensioni interne al rapporto genitori/figli, produce scambi di idee e di proposte,  libera risorse e capacità altrimenti mal investite ed apre alle possibilità di cambiamento.

Il gruppo di incontro con i genitori serve a rovesciare la cultura dei problemi nella cultura delle risorse. Il cambiamento non si innesca attraverso ripetitive discussioni per appurare la distribuzione delle ragioni e dei torti all'interno della famiglia ma nel promuovere episodi di vita in comune positivi per crescere e far crescere. Il primo passo è quell’ascolto incondizionato tipico del gruppo di incontro, il secondo è raccontare la vita per come essa è, il terzo sta nell’accettarsi per arrivare a scegliere su quali valori puntare per costruire la relazione tra persone.

Uno dei più importanti strumenti di lavoro con le famiglie è quello di offrire alla discussione in gruppo gli elementi di descrizione delle diverse tipologie di famiglia in crisi. Tali tipologie famigliari scaturiscono dall'osservazione dei comportamenti intrafamigliari più diffusi e sono il frutto dell'analisi dei diversi copioni di comportamento in complementarità o in simmetria tra di loro.

La famiglia percorre un ciclo di vita articolato in diverse fasi, dalla coppia innamorata agli anziani coniugi con i figli che hanno ormai abbandonato il nido. Ad ogni fase della storia famigliare corrispondono diverse tappe evolutive del rapporto tra persone ed, ad ogni fase, si adatta una tipologia famigliare che può riuscire a superare gli elementi di crisi o rimanere bloccata sulla ripetizione di comportamenti involuti.

Ogni fase del ciclo di vita famigliare è una tappa del percorso di maturazione verso comportamenti relazionali più ricchi, articolati e complessi. Nuovi equilibri si formano nella dinamica  di superamento dei vecchi modi di azione reciproca limitati e penalizzanti.

E' molto difficile che una famiglia possa leggere i suoi comportamenti dall'interno e dunque prospettare diversi modi di esistere da parte di diverse famiglie consente l'innesco di una riflessione conciliativa importante.

La famiglia effusiva.

La famiglia comunicativa.

La famiglia affettiva.

La famiglia chiusa in se stessa e difensiva. ­

La famiglia iperprotettiva.

La famiglia oppressiva.

La famiglia atomizzata.

­Le tipologie elencate, traccia per l'analisi insieme ai nuclei famigliari sulla base di esempi di vissuto quotidiano, possono rappresentare un rispecchiamento importante per le famiglie consentendo loro di comprendere in quale fase e in qual tipo di relazioni siano rimaste bloccate. Tenuto conto che tali tipologie sono evoluzioni successive ed interdipendenti delle famiglie è possibile individuare per ciascuna di esse sia pregi che difetti e spingere verso processi di adattamento e di superamento dei copioni che tali modelli famigliari sottendono al loro interno.

Il luogo della discussione di tali copioni sono naturalmente gruppi di incontro o di discussione (in talune situazioni più strutturate e problematiche può essere necessario gestire i problemi interni medianti gruppo di auto aiuto che presentano maggiore capacità di incisione per la presenza di problemi comuni). Il processo di discussione tra famiglie può essere efficacemente gestito attraverso itinerari formativi, anche residenziali, per coppie e famiglie organizzabili sulla falsariga di quelli proposti per i giovani nei paragrafi successivi.

 

 

 

Descrizione delle attività del progetto

 

Il progetto prenderà il via attraverso l’innesco di cicli di incontro con gli educatori organizzati sulla base del seguente palinsesto

 

Prima unità

Gli strumenti di intervento educativo: l’ascolto, l’empatia, l’autoanalisi, la formazione del valori, la crescita interiore, la relazione gruppale, la partecipazione.

I gruppi d’incontro.

Metodo per la conduzione del gruppo di incontro.

Modalità per l’accensione di un gruppo d’incontro nei diversi contesti.

Obiettivi del gruppo d’incontro.

Fasi e durata del gruppo e sua applicazione.

Seconda  Unità

L’artigianato educativo applicato alle tipologie del disagio

Gli adesivi (il bisogno di affetto)

Terza Unità:

Gli invisibili (Il senso di inadeguatezza ed il complesso di inferiorità)

I ruminanti  (giovani e violenza contro gli altri e contro se stessi)

Gli inquieti ansiosi (la cultura dell’egoismo)

Gli sballoni (le nuove droghe sintetiche e la cultura dello sballo)

Quarta Unità:

I deliranti  (il capriccio onnipotente)

Gli apatici (la demotivazione)

L'artigianato educativo nelle scuole dell'autonomia.

La prevenzione nella scuola. C.I.C. docenti referenti e gruppi d’incontro. Dalla classe al gruppo d’incontro. Il circle - time in classe. L'intervento sulla didattica

L’accoglienza. Tutoring e peer education. Gruppo d’incontro, dispersione e orientamento.

Quinta Unità:

Gruppo di incontro nei contesti sociali, nella famiglia, nella comunità. Gli itinerari formativi. Gruppo di incontro, gruppo di apprendimento, gruppo di animazione

Personalità collettive di comunità e  casa famiglia

Gruppo di incontro e personalità collettive nei servizi e nelle istituzioni

Modelli di itinerari di artigianato educativo per i giovani in disagio. Bilancio del lavoro di gruppo e verifica finale.

 

 

Tema dell'intervento

"Ho visto molti educatori sinceramente impegnati nel darsi da fare per i giovani, ma ho visto anche la delusione di molti nel non riuscire a trasmettere i valori in cui credevano. In molti casi perché dicevano solo di crederci, ma non li vivevano. Il loro fallimento dipende dal fatto che non si può dare ciò che non si ha; in altri casi perché, pur possedendo valori e strumenti educativi pensavano di poterli trasmettere meccanicamente. E ciò non sempre funziona. Non è possibile trasmettere ideali a chi si entusiasma facilmente ma poi, come fuoco di paglia, passa da un interesse a un altro; ad un giovane così volubile occorre prima insegnare la soddisfazione della coerenza e dell'autodisciplina. E se l'educatore ha di fronte un ansioso, deve invece guardarsi dal trasmettere ulteriore disciplina: per quel giovane può diventare un processo ossessivo. Dovrà invece far leva sulla tolleranza, sulla generosità e sulla magnanimità per insegnargli ad aprire lo scrigno entro cui imprigiona il suo "io" e a trovare equilibrio. La disciplina invece, è virtù indispensabile per lo sfiduciato; chi soffre di complessi di inferiorità ha bisogno di raggiungere l'autostima attraverso i risultati concreti che solo l'applicazione metodica permette. Occorre impedirgli di continuare ad essere invisibile, a nascondersi e a mettersi maschere per liberarsi invece dal sentimento di vergogna che lo opprime. La vivida intelligenza e la grande capacità intuitiva di un giovane possono anche abbagliare un educatore che giunge a compiacersi in quel giovane, amandolo fuori misura. Se quel giovane però  non impara il valore dell'umiltà e a verificarsi pazientemente nella concretezza della realtà, rischia l'insuccesso nei fatti e nelle relazioni con gli altri, l'affascinante prigionia del continuo giocare con la propria intelligenza e, come punto di arrivo, il delirio prepsicotico. E' poi normale che un educatore provi fastidio di un giovane petulante, insistente e che si mette sempre in mostra. L'educatore se lo sente incollato addosso come un adesivo. L'"adesivo" è un giovane affamato di affetto, probabilmente perché nella vita ne ha ricevuto poco e l'educatore dovrà insegnargli a non essere ingordo, ad accontentarsi. Se vuoi saziare un "adesivo" , non aspettare che egli esprima visibilmente il suo bisogno, anticipalo prendendolo in considerazione quando meno se lo aspetta. Spesso gli educatori sottovalutano il fatto che i valori bisogna prima viverli per poi farli vivere ai giovani affinché li gustino: quella "testa rapata" , naziskin o ultrà di una tifoseria o quell'inquieto dell'ultimo banco non avrà alcuna possibilità di spegnere la sua tensione interna, rabbiosa e distruttiva e imparare a far emergere la calma dentro di sé, se non incontra un educatore che è in grado di insegnare come si fa, in ragione della sua esperienza, ad entrare in contatto con la propria calma. Se l'educatore perde la sua calma non potrà mai regalarla ad altri. Il ruminante , permaloso e magari violento ha estremo bisogno di imparare ad accettare di spegnersi. All'estremo opposto si colloca un altro giovane, in classe spesso negli ultimi banchi, l'apatico. La sua pigrizia, distrazione e fuga nella fantasia, può essere ribaltata solo mettendolo in conflitto con se stesso. Il pigro non regge i conflitti emotivi, razionali, logici e relazionali giacché gli impediscono di scivolare nel desiderato torpore. Non bisogna mai dargli una mano o assecondarlo nella sua pigrizia, ma spronarlo nel far emergere le ambizioni che rimuove ......"

 

Processualità

A seguito di ciascun corso – intervento verranno aperti gruppi di incontro per educatori,  per famiglie e per adolescenti. Mediamente vengono aperti 6 gruppi di incontro per ogni corso –  intervento. Il ciclo di vita  di ciascun gruppo (dagli 8 ai 20 incontri) consente ai partecipanti di comprendere le modalità di relazione e di intervento sul disagio, di approfondire la conoscenza di sé e di appropriarsi degli strumenti di artigianato educativo sopra I gruppi saranno avviati presso la sede comunale, le scuole e le parrocchie ed associazioni disponibili

Le verifiche saranno effettuate sulla base del numero di presenze e della modifica delle capacità di relazione dei soggetti coinvolti.

Ricerca intervento (proposta di interviste mediante questionario o libere all’interno di una struttura o nel territorio con annesso invito al dibattito sui temi dell’intervista e proposta di accensione di gruppi di incontro)

Sensibilizzazione ed accensione di momenti di ascolto presso diverse strutture con incontri settimanali o bisettimanali 

 

 Processo organizzativo

La Segreteria Operativa di Prevenire e’ Possibile cura l'organizzazione delle attività ed il suo coordinamento individuando sia i modi ed i tempi degli interventi sia la scelta dei conduttori di gruppo in possesso delle capacità attestate di tal tipo di conduzione.

I destinatari dell'intervento sono dapprima gli educatori ed i famigliari e successivamente i tossicodipendenti, gli alcoolisti, giovani in difficoltà, disoccupati.

 

Gli effetti attesi sono una rigalvanizzazione dell’approccio educativo e l crescita complessiva della motivazione ad agire con i giovani e per i giovani. Si attende una partecipazione di almeno 250 soggetti all’intervento complessivo.

 

Indicare la metodologia e gli strumenti che verranno adoperati.

L’artigianato educativo applicato alle famiglie, alla scuola e ai giovani in difficoltà, strumenti elaborati presso L’Università Pontificia Salesiana, l’Università LUMSA, la Scuola di Specializzazione dell’Università Roma Tre.

 

Personale necessario per lo svolgimento della su indicata attività.

1       Psicologo       Staff di PREVENIRE E’ POSSIBILE           Pagamento a prestazione  per le ore effettuate e rimborsi spese

1      Coordinatore                            “                                                        “

1      Educatore                                 “                                                        “

        Conduttori di gruppo                “                                                        “

 

Risorse strumentali e materiali.

Strumentazione informatica

Materiale didattico e divulgativo

indicatori di costi/benefici: nessun intervento economico di tipo patrimoniale, l’intero budget del progetto ha una immediata ricaduta sociale ed educativa

Indicatori di efficacia: grado di motivazione all’impegno educativo, cambiamento degli stili di vita dei soggetti analizzabili mediante i diari di bordo dei gruppi, successo nella mobilitazione delle risorse e nel coinvolgimento