Premessa dell'autore
Nell’ottobre del 2012, durante un controllo ecografico, mi è stato diagnosticato un carcinoma uroteliale e la mia vita è stata chiamata ad una visione molto più chiara del significato, della forza e del piacere relazionale. Le condizioni di debolezza sperimentate nel corpo, insieme alla scoperta di avere una scadenza, mi hanno spinto a dedicare molta attenzione alla relazione con il mio corpo e con la mia anima. Con il corpo per imparare ad ascoltarlo e per imparare a far tacere il dolore, con l'anima per imparare a trovarla. Nel luogo in cui è già, da sempre, prima ancora della mia morte fisica.Ho cominciato ad immaginare che nel mondo infinito dello spirito (nell’aldilà per capirci) non ci sia lo spazio/tempo e ho cercato di aprire la mente al rapporto infinito/eterno, una condizione inimmaginabile per tutti noi che viviamo nello spazio/tempo. In qualche modo è possibile immaginarsi l’infinito, anche se non è davvero possibile visualizzarlo come un punto in continua espansione. Immaginare l’eterno come un continuo flusso di contemporaneità è più difficile ancora...Si può però immaginare che nell'aldilà, nel paradiso a cui si spera di accedere quando si abbandonerà il vestito corporeo che oggi indossiamo, non si incontrerà solo il proprio padre morto da tempo, i propri amici che non sono più in vita e le generazioni passate che ci hanno preceduto. Se l’eterno è contemporaneità perenne, si incontreranno anche i figli e le generazioni future che devono ancora venire. Ma se è davvero così, allora in quel luogo, fuori dallo spazio/tempo, ci siamo già anche noi ‒ con la nostra anima. Come questo si possa conciliare con la durata delle cose e con il succedersi degli eventi della vita è, di nuovo, oltre il limite dell’immaginazione. Anche perché in noi umani c’è un flusso particolare, che ha una sola direzione: il flusso della coscienza. Che in qualche universo parallelo esistano altri modi di concepire il rapporto spazio/tempo con durate relative e ritorni al passato o al futuro come nelle intuizioni della fantascienza non cambia molto le cose. Tutti gli altri flussi temporali potrebbero essere sottoposti a rewind in qualche universo parallelo, ad eccezione del flusso di coscienza. Solo lo sviluppo della coscienza e la consapevolezza dello sviluppo della coscienza possono condurci all’incontro con la nostra anima e, attraverso di essa, con l'anima dei nostri cari e di tutti coloro che conosciamo e non conosciamo. Eppure le nostre anime sono già là, bisogna soltanto raggiungerle, riconoscerle. In noi stessi, nei vivi, e nei morti. Il motivo per cui i morti non tornano nel nostro spazio/tempo è perché tornare non serve a nulla: il contatto tra la loro anima e la nostra è già attivo. Quando abbiamo bisogno di un impulso spirituale, di un aiuto per crescere, lo riceviamo nell'aldilà e ne traiamo beneficio nell'aldiquà, anche se quasi sempre senza rendercene conto..... (continua) 

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